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Battelli a vapore

Nell’estate del 1835 si cominciarono le corse del primo regio battello a vapore, la Gulnara, tra Genova e la Sardegna.
Dopo il 1814, ogni mese salpava la regia goletta che da Genova recava i reali comandamenti all’isola; ed il navigare con essa era così incomodo e disagevole, che i passeggeri (se non volevano dormire sui tavolati o sulle panche di poppa) erano costretti a recare con se i materassi e le coltri. Non era raro il caso – come nota il Bresciani – che le tempeste sbattessero le navi sulle punte di Sicilia o sulle coste di Barberia (Nord Africa, ndr).
Ben pochi viaggiavano allora per diletto; chi attraversava il mare erano i soli impiegati governativi, i reggimenti di guarnigione e i commercianti che volevano tentare la fortuna in Sardegna. Si trattava di esporsi alle tempeste, all’incertezza dell’arrivo, ed ai pirati che girondavano pel Mediterraneo in caccia di bottino.
Le Golette impiegarono molte volte 45 giorni per arrivare a Torres e tre mesi a Cagliari.
Il Canonico Giovanni Spano, il famoso archeologo, narra nelle sue Iniziazioni, che imbarcatosi da Portotorres per Roma il 13 Giugno 1821, dopo tante peripezie, arrivò a Civitavecchia il 20 Agosto. «Questo viaggio – scrive lo Spano nel 1876 – mi costò due mesi di tempo, mentre oggi si fa in 30 ore».
Chi avrebbe detto che nel 1883 si sarebbero fatti i viaggi in 18 ore, e tutti i giorni?
I vapori cominciarono a viaggiare ogni quindici giorni; alternando poco dopo i viaggi, una volta a Cagliari e l’altra a Sassari. Più tardi, verso il 1840, viaggiavano ogni otto giorni, incrociandosi a mezzo mare. Si cominciò, abbiamo detto, nel 1835 con la Gulnara; poco dopo il Governo ne costruiva un altro, Ichnusa, per non avvenire interruzioni di corse, in caso di guasti alla macchina; per ultimo, accresciute le comunicazioni, si costruì nel 1841 un terzo battello più grande di tutti, a cui si diede il nome di Tripoli. Il vapore la Gulnara arrivò la prima volta a Portotorres verso la metà di Giugno del 1835. Gli abitanti di Sassari e dei villaggi vicini si recarono a torme a San Gavino per vedere la prodigiosa invenzione dei battelli che camminavano sul mare colle ruote, come i carri e i carrettoni. Il rettore di Sennori, con una turba di fedeli parrocchiani, fece un viaggio apposta per ammirare il nuovo battello.
Il primo viaggio dell’Ichnusa fu a Cagliari, dove arrivò il 6 Novembre 1837, comandato dal sassarese cav. Sebastiano Sotgiu, Capitano di fregata nella R. marina Sarda. L’Angius gli dedicò una poesia, che fu stampata a Cagliari in occasione di quel viaggio.