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Sotto la Nuova Italia (dal 1870 al 1900)

Ancora Usai e poi Pasella

Diverse dal 1871 al 1877. – Questo periodo settennale (svolto sotto il sindacato dell’Usai e poi del Pasella) comprende l’impianto e lo sviluppo degli istituti di credito locali, e la pubblicazione di un buon numero di giornali, ch’ebbero una vita più o meno lunga.

Fin dal Marzo del 1862 funzionava a Sassari la succursale della Banca Nazionale, alla quale tenne dietro la Banca del popolo nel 1868. Nel Marzo 1871 s’inaugurò la Banca Agricola sarda, fondata dal cittadino sassarese Gio. Antonio Sanna; nel Marzo del successivo anno aprì gli sportelli il Banco di Sassari, bentosto seguito (nel 1873) dalla Banca Commerciale sarda e dalla Banca Commissionaria sarda.

A queste sette Banche devono aggiungersi le filiali di due istituti cagliaritani: il Banco di Cagliari, e il Credito agricolo industriale sardo; – una vera pioggia di banche, la quale diede impulso al commercio, vantaggi all’agricoltura, e largo sviluppo alla costruzione di numerose case nelle Appendici della città.

Tutte queste banche (meno la Nazionale che aveva il privilegio del corso forzoso) moltiplicarono gli affari per la facoltà dei biglietti fiduciari ad esse concessa, a partire dal taglio di cinquanta centesimi. Erano milioni che circolavano nella provincia, e un reale benessere risentirono le popolazioni per la larghezza del credito. Ma la inaspettata Circolare Castagnola, prescrivendo il ritiro dei biglietti di piccolo taglio, gettò il panico nelle amministrazioni dei nascenti istituti, i quali restrinsero gli sconti e le anticipazioni per poter far fronte al cambio. Tuttavia, quasi tutte le Banche riuscirono a mantenersi in sella, con vantaggio dell’agricoltura e del commercio, ed anche dei privati che vi scontavano per proprio comodo, fidando sulla rinnovazione degli effetti, accordata largamente.

Durante il risveglio bancario si accentuò maggiormente in Sassari lo spirito battagliero dei due partiti che si disputavano il campo politico e l’uno e l’altro ricorsero all’arma della pubblicità per mezzo della stampa. In quel periodo vennero alla luce oltre una dozzina di giornali, alcuni dei quali meritano una menzione.

La Giovane Sardegna, periodico settimanale e battagliero, aprì il fuoco nel Gennaio del 1872, mercè il coraggio di valenti giovani repubblicani, sotto la direzione di Bardilio Delitala. Tenne dietro nel Maggio la Gazzetta di Sassari, legata alla Prefettura per gli Annunzi ufficiali. Fu questo il primo giornale quotidiano sorto a Sassari sotto la direzione di Francesco Mariotti.

Nel 30 Giugno del 1873 il Sindaco Stefano Usai rassegnò le dimissioni dalla carica. Questo sindaco, che rimase al potere per quasi nove anni, consacrò specialmente le sue cure al Giardino pubblico, per il cui abbellimento egli rinunciò ai suoi diritti di rappresentanza, e spese molto del proprio.

Nel Novembre dello stesso anno venne nominato sindaco il Comm. Nicolò Pasella. Continuò, anche sotto di lui, la gara delle banche, dei giornali e dei partiti.

Nel 1874 si pubblicarono altri due giornali: La cosa pubblica, organo repubblicano settimanale, diretto da Giuseppe Giordano e l’Eco di Sardegna, giornale moderato quotidiano, diretto dal Mariotti, che aveva lasciato le redini della Gazzetta di Sassari.

L’anno seguente (1875) vennero fuori altri due periodici: La Provincia di Sassari, moderato, e La Stella di Sardegna, letterario, diretto e fondato dallo scrittore di questo libro (Enrico Costa, ndr). Tre altri periodici, settimanali o bisettimanali, partorì l’anno 1877: il primo progressista o radicale, battezzato La Squilla; gli altri due moderati, col titolo la Temperanza e La Riscossa.

I principali avvenimenti di questo periodo settennale possono ridursi ai seguenti:

Nell’Aprile del 1872 venne inaugurato il tronco della strada ferrata da Sassari a Portotorres, e fu la prima volta che la popolazione sassarese vide un treno, o convoglio ferroviario.

L’11 Agosto del 1873 ebbe luogo l’apertura solenne della seconda esposizione sarda nei locali dell’Ospedale civile, con esito soddisfacente e con gran concorso di espositori e visitatori. Nel successivo Settembre venne solennemente collocata la prima pietra del nuovo Palazzo provinciale in Piazza d’Italia.

Nel Gennaio del 1876 s’impiantò il nuovo Circolo sassarese nella casa del Conte di S. Pietro; nell’Aprile si riuscì a costituire la Consociazione sassarese fra dodici società affratellate, della quale fu anima e ispiratore principale il repubblicano Soro Pirino.

Il primo semestre del 1877 registra: – la visita del principe Tomaso, a cui Sassari fece molte feste; – la insensata demolizione del vecchio Castello aragonese, nella cui area dovea sorgere la nuova Caserma militare; – il solenne anniversario della fondazione della Società consociata, a cui presero parte circa 2.000 soci con dodici bandiere; – e il progetto di una lapide in onore dei sardi caduti nelle patrie battaglie.

Il periodo politico dal 1871 al 1876 non fu in gran parte che continuazione di quello precedente, che risaliva al 1848. In complesso vent’otto anni di vita politica moderatissima e un po’ codina, sotto sette sindaci dello stesso colore. Le lotte fra moderati e progressisti si accentuarono con più violenza negli ultimi anni, specialmente sotto il dispotico prefetto Achille Serpieri.

L’avvento della Sinistra al potere, nel 1876, aveva solennemente annunziato ai vecchi moderati che il loro regno era per tramontare. Tuttavia, costoro tentarono di reagire contro i così detti progressisti: nome di guerra molto comodo per poter passare da un campo all’altro, senza destare meraviglia né scandalo. Ma la vittoria aveva sorriso al partito del progresso, poiché nelle elezioni del Novembre uscì trionfante dall’urna Raffaele Garzia, contro Pietro Salis portato dai moderati.

Dopo il Pasella, che cessò dalla carica di Sindaco nel Maggio del 1877, ressero l’amministrazione alcuni assessori, fino al mese di Luglio in cui ebbero luogo le elezioni generali. Con la nuova legge, in seguito all’aumentata popolazione di Sassari, il Consiglio comunale fu ricomposto con quaranta membri.

Soro Pirino, Vitelli, Giordano

I progressisti al potere. – Il 9 Gennaio 1878 morì Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e salì al trono Umberto I.

L’assessore anziano Prof. Antonio Crispo resse l’amministrazione comunale fino all’Aprile, mese in cui la Giunta rassegnò le dimissioni.

La maggioranza del Consiglio era costituita dal partito degli uomini della Società progressista, ia quale aveva a capo il repubblicano Soro Pirino. E capo dell’amministrazione egli era fin dall’Aprile, come assessore anziano, coadiuvato nella Giunta da membri del partito.

Uno dei primi atti della Giunta fu quello di riordinare la contabilità comunale, rivedendo i conti del tesoriere con un fiscalismo eccessivo, che prese l’aspetto di una persecuzione partigiana quanto ingenerosa. Sospeso il tesoriere dalla carica, questo fu surrogato da un cassiere provvisorio, e fu fatto venire un ragioniere dal continente, per la revisione dei vecchi conti e per l’impianto dei nuovi.

Diverse dal 1878 al 1882. – Nell’ultimo mese del 1878 il municipio trasportò la sua sede dall’antica casa del Comune al Palazzo Ducale preso in affitto.

Nel Dicembre del 1879 arrivò da Cagliari una Commissione incaricata d’impiantare a Sassari una succursale del Credito fondiario, della quale faceva parte il deputato Ghiani Mameli. La Giunta comunale con tutte le società operaie si recarono alla stazione per riceverla ed ebbe accoglienze festose, chiuse con un sontuoso banchetto nelle sale del Palazzo municipale. In questa malaugurata Commissione era il germe del futuro impianto e disastro della Cassa di Risparmio di Sassari!

Nel Maggio del 1880 venne eletto deputato di Sassari il repubblicano Soro Pirino, il quale non volle mai presentarsi alla Camera. Egli aveva cessato dalle funzioni di Sindaco nel Novembre del 1878, quando cioè a questa carica venne nominato Antonio Vitelli; tuttavia continuò ad essere l’inspiratore dell’amministrazione, come lo fu più tardi sotto il sindacato di Giordano.

Nel Giugno del 1880 ebbe luogo la solenne inaugurazione di una lapide in memoria del martire Efisio Tola; nello stesso mese arrivò a Sassari il ministro Bacarini per inaugurare la ferrovia da Sassari a Cagliari; nell’ Agosto venne inaugurato solennemente l’Istituto musicale e l’Acquedotto, con festini e concorso di 17 Società operaie.

Fino all’Aprile del 1881 rimase in carica come sindaco Antonio Vitelli e dopo di lui venne nominato il barone Cesare Giordano, che resse l’amministrazione per soli tre mesi.

Per i deplorevoli fatti di Marsiglia, ebbe luogo nel Giugno una dimostrazione contro i francesi, dinanzi all’Albergo Beltrand, le cui finestre vennero prese a sassate. La Giunta dichiarò al prefetto che si sarebbe impegnata di sedare il tumulto, a condizione che nessun servizio di forza armata fosse da lui ordinato per la città. Soro Pirino chiamò a raccolta i rappresentanti di tutte le Società, i quali, in unione ai barracelli ed ai consiglieri comunali, riuscirono a far ritirare i dimostranti.

Un mese dopo (nell’Agosto) ebbe luogo nel cimitero l’inaugurazione, per iniziativa del Circolo La Gioventù, di un monumento al cittadino repubblicano Giuseppe Giordano, morto nel 1878 a Roma, direttore del periodico Il Dovere. La iscrizione apposta alla base del mezzo busto provocò le ire del prefetto Fiorentini, e fu causa primaria delle scissure in seguito avvenute tra Municipio e Autorità tutoria.

Sotto il governo dei progressisti, in un quinquennio, sono degni di nota: -Nel 1878 l’ordinamento della pinacoteca Sanna, e la inaugurazione del busto a Michele Coppino. Nel 1879, il Comitato per una Sezione in Sassari del Club Alpino; l’impianto di una Palestra ginnastica; il livellamento di Piazza Castello e Cavallino; l’apertura della strada a fianco della Caserma: il ripristinamento della Banda musicale. Nel 1880, la ricostituzione del Corpo dei Pompieri e l’inaugurazione della Mostra Agricola nel predio Castoldi.

Il prefetto Fiorentini, credendo sul serio che il paese fosse caduto in mano dei Giacobini, provocò il R. Decreto dell’Ottobre 1881, il quale scioglieva il Consiglio comunale.

Regio Commissario. – Verso la metà del Novembre arrivò il R. Commissario Aurelio Pabis, sottoprefetto ad Oristano e per oltre tre mesi si tornò a rimescolare la contabilità comunale; si tornò ai violenti attacchi tra i due giornali di diverso colore; si tornò a staffilare uomini e cose, finché nel Febbraio del 1882 ebbero luogo le elezioni comunali, favorevoli ai moderati. Naturalmente si gridò ai brogli e alle pressioni, come sempre avvenne ed avverrà in tutti i tempi e in tutti i luoghi. E’ un fatto umano: quando siamo eletti, è tutto merito nostro e del popolo che ha coscienza del proprio dovere; se invece l’urna non ci favorisce, allora è frutto dei brogli elettorali e colpa degli elettori che si lasciano corrompere o mistificare!

Conte d’Ittiri e Conte Sant’Elia

Ritorno ai Moderati (1882-1884). – La vittoria riportata dai moderati aveva reso nervosi gli avversari caduti. I primi non fecero che vantarsene, pubblicando commenti, a illustrazione del passato. L’eco di Sassari scriveva, poco dopo le elezioni:

«Ormai i nomi di progressisti e moderati hanno fatto il loro tempo… Si finisca una buona volta colle improntitudini, con le ire ingiustificate, colle sevizie partigiane. Portiamo nell’amministrazione lo spirito retto e il desiderio efficace del pubblico bene!».

Queste frasi rispondono a quelle che scriveva il sindaco Sussarello nel 1853. Sempre il pubblico bene da anteporsi alle bizze personali; sempre la patria che deve galleggiare sulle passioni private, come l’Arca di Noè sulle acque torbide e fangose del diluvio universale; ma in parole.

Era assessore anziano Gerolamo Ledà, Conte d’Ittiri.

Due mesi dopo l’insediamento, i Moderati (a imitazione dei progressisti) avevano fatto venire dal continente il ragioniere Pinzi per sistemare la contabilità e mettere le cose a posto. Nel riordinamento degli uffici egli impiegò tre anni e sei mesi.

Nel Maggio dello stesso anno (1882) vide la luce in Sassari il giornale quotidiano La Sardegna, fondato dal deputato Giordano Apostoli – con programma di promuovere gli interessi dell’Isola, indipendentemente dalle gare dei partiti, lontano dagli intransigenti di destra e di sinistra.

Nell’Ottobre ebbero luogo le elezioni a scrutinio di lista, e gli eletti furono Pais, Umana, Giordano e Ferracciu.

La sinistra non si mantenne compatta dopo le elezioni del 1876, e allorquando Zanardelli, l’anno dopo, rompeva il primo gabinetto Depretis e formò il gruppo Cairoli, la maggioranza enorme di sinistra si suddivise in gruppi. Da quel giorno le crisi, le evoluzioni, le transazioni si succedettero quasi senza tregua. Siffatte divisioni in gruppi ebbero il contraccolpo e si verificarono anche nelle città di provincia – e così pure in Sassari, dove moderati e progressisti si frazionarono, passando dall’uno all’altro campo colla massima disinvoltura.

Nel Marzo del 1883 venne nominato sindaco il Conte di Sant’Elia, il quale coprì siffatta carica fino al Maggio del 1884, in cui rassegnò le dimissioni. Era un po’ militare nel sistema di governo, ma in fondo un perfetto gentiluomo, e un vero appassionato della sua terra nativa.

Stante lo stato disastroso delle finanze comunali, e gli screzi che nacquero in seno al Consiglio, la Giunta si era dimessa poco prima del Sindaco.

Regio Commissario. – Sciolto nello stesso mese di Maggio il Consiglio comunale, venne a Sassari il quarto Commissario regio, che fu il Cav. Ferdinando Perrino. I tre mesi del suo Commissariato trascorsero in continue interviste ed accordi per ottenere la sospirata pace tra i partiti di Sassari, sempre nervosi, implacabili, incorreggibili.

Diverse dal 1882 al 1884. – Riassumo i fatti più rilevanti di questo breve periodo.

Nel Giugno del 1882 ebbero luogo a Caprera i solenni funerali di Giuseppe Garibaldi, morto il giorno 2. Il Municipio di Sassari provvide a sue spese il ricco manto di velluto nero con scritta in argento, e la bellissima cassa di noce, eseguita dai fratelli Clemente. La famiglia di Garibaldi donò a Ledà d’Ittiri (come prosindaco del comune) il lenzuolo che copriva il cadavere del prode generale.

Nel Febbraio del 1883, la Cassa di Risparmio di Sassari (già filiale di quella di Cagliari), venne dichiarata autonoma. Nel Giugno fu scoperta la filossera nelle campagne di Sassari e in quelle di Sorso. Nel Settembre venne collocata la prima pietra del Politeama sassarese, che doveva costrursi per cura di una società di cittadini.

Nel Maggio del 1884 un imponente meeting, promosso dalla Consociazione operaia, con tutti i sodalizi, si riunì per chiedere al Governo la costruzione delle ferrovie secondarie. Nel Giugno fu inaugurata (sotto la gestione del R. Commissario Perrino) la lapide in memoria di Garibaldi sulla facciata del Palazzo Civico. Intervennero alla cerimonia 29 Società operaie con bandiera.

Garzia, Mariotti e Basso

La conciliazione e le banche. – Bandite le elezioni generali ed apparso in una lista il nome di Soro Pirino, questi pubblicò una lettera, dichiarando che avrebbe rinunziato, non solo al consiglierato Comunale, ma anche a quello Provinciale. «… Una ingrata esperienza (egli diceva) mi ha fatto apprendere, che l’ufficio di consigliere, quale lo vogliono le vigenti istituzioni, è incompatibile con le mie convinzioni religiose, morali e politiche…».

Il 26 Agosto (1884) ebbero luogo le elezioni, e uscì dall’urna la famosa Lista della conciliazione, composta di moderati-progressisti e di progressisti-moderati, con qualche repubblicano e radicale per giunta: tutti con la consegna di far la pace, e l’impegno formale di dimenticare le ire ed i rancori.

A capo dell’amministrazione era Raffaele Garzia, prima come assessore anziano, e poi, dal Febbraio del 1885, come sindaco effettivo.

E le cose camminarono liscie per un po’ di tempo, finché tornarono a galla le antiche divergenze ed i rancori antichi.

Nell’ Agosto del 1885 il Soro Pirino pubblicava una lettera, dichiarando esser falso che egli volesse osteggiare una candidatura a consigliere. Fra le altre cose scrisse: «Come avrò da fare? Una volta mi si voleva male perché mi prestavo a dirigere le manifestazioni popolari; oggi poi non mi si lascia in pace, ad onta che abbia ceduto il posto alla generazione che mi veniva dietro, e che per mille rispetti dovrebbe saper fare molto meglio di me».

Certo è che il nome di Gavino Soro Pirino sarà sempre ricordato con venerazione dalle future generazioni sassaresi, perché esso è legato gloriosamente a tutto il periodo del risorgimento: a quarant’anni di storia patria, durante i quali il fiero repubblicano non rinnegò mai la sua fede, né ripiegò mai la sua bandiera.

L’anno 1885 si chiuse con una crisi municipale, ch’ebbe l’epilogo nelle dimissioni del Sindaco Garzia e dell’intiera Giunta, dietro un voto di sfiducia del Consiglio Comunale, immeritato quanto ingeneroso.

Nel Maggio 1886 si ebbe un’altra amministrazione con a capo il nuovo Sindaco Mariotti, che rimase in carica oltre tre anni.

L’anno 1887 è sovratutto memorando per lo sfacelo degli Istituti Bancari Sardi. Già dall’anno precedente erasi verificato nelle banche il disagio, per la guerra ingiusta (e qualche volta giusta) che loro si faceva. Quasi tutte le banche sarde, come quelle del continente, avevano per promotori, amministratori, censori o revisori, deputati del passato, deputati del presente, e deputati dell’avvenire, ai quali interessava, per un verso o per l’altro, la propaganda elettorale, per conto proprio o d’altrui. Questa, forse, la vera causa dello sfacelo di tutte!

La fiducia era alquanto scossa, ed il pubblico affluiva continuamente agli sportelli per il ritiro dei Conti correnti, o per il cambio dei Buoni fiduciari.

Nel Febbraio del 1887 le voci maligne si fecero più insistenti. La cecità degli amministratori, troppo distratti, o interessati nelle elezioni politiche, aveva incoraggiato alla malversazione gli impiegati infedeli, spesso essi stessi agenti elettorali. Nel detto mese avvennero disordini, ammanchi ed arresti nel Credito Agricolo e Cassa di Risparmio di Cagliari. Nel successivo Marzo gli ammanchi e gli arresti toccarono alla Cassa di Risparmio di Sassari.

Gli amministratori di quest’ultima riuscirono a scongiurare la tempesta coll’assicurare il pubblico (ed era vero!) che gli ammanchi erano coperti con le garanzie offerte da chi era causa degli strappi fatti.

Ma la fiducia pubblica era scossa, e la fede non s’impone! Anche la Banca Agricola sarda risentì gli effetti di quella crisi, che lentamente segnalò la sua prossima liquidazione.

Durante l’anno 1887, e nel seguente, si fecero supremi sforzi per scongiurare il disastro: appelli, comizi nel politeama, sottoscrizioni di nuove azioni per riaffermare la fiducia scossa.

E la crisi bancaria ebbe un contraccolpo anche nell’amministrazione comunale; ed infatti nell’Ottobre diversi membri della Giunta rassegnarono più volte le dimissioni.

Intanto nel Dicembre, in seguito al decesso dell’on. Pasquale Umana, Filippo Garavetti fu eletto deputato.

La baracca comunale tirò innanzi alla bella meglio, fra screzi, polemiche e spasimi continui che mettevano capo alla crisi. Ben a ragione Garavetti deplorava la conciliazione, la quale non aveva partorito che i disaccordi antichi.

Nel Luglio del 1888 venne eletta una nuova Giunta con tinta moderata, la quale rassegnò le dimissioni nell’Agosto, per dar posto ad altra di colore alquanto più spiccato verso il progressista; ma non tardò anch’essa a disgregarsi. Una continua altalena, come al solito!

Nell’Ottobre successivo ebbero luogo le dimissioni del Sindaco Mariotti e della Giunta.

Continuò la baraonda per un bel pezzo (dall’Agosto 1888 al Novembre 1889) sotto gli assessori anziani. Nel Dicembre la Giunta era incagliata, perché i nuovi eletti non volevano occupare il posto, né cederlo ad altri. Da oltre un mese si erano sospese le sedute, e perciò si ricorse al prefetto con una petizione firmata da 14 Consiglieri. Finalmente i riottosi decisero di andarsene, e vennero surrogati da nuovi membri, con preponderanza progressista.

In tal modo, sempre barcollando da destra a sinistra, si venne al Novembre del 1889, in cui si fecero le elezioni generali, in base alla nuova legge.

Diverse dal 1884 al 1889. – Diamo le notizie principali di questo periodo quinquennale, di cui abbiamo riassunto le svariate fasi politiche e amministrative.

Nel Settembre del 1884 ebbe luogo l’apertura del Club di scherma, e il collocamento della prima pietra della chiesa parrocchiale di S. Giuseppe. Nell’Ottobre l’inaugurazione del Politeama sassarese, con concerto vocale e strumentale. Nel Dicembre, dopo animata discussione, il Consiglio deliberò di sopprimere la banda cittadina e l’Istituto musicale.

Nell’Ottobre del 1885 si nomina un Comitato (di cui è anima il Garzia) per dar vita autonoma al soppresso Istituto musicale.

Nel Maggio del 1886 ebbe luogo la inaugurazione solenne di una lapide a Pasquale Tola nell’aula universitaria, e la costituzione del Circolo Filarmonico Ponchielli.

Nel Febbraio del 1887 l’impianto della Banca Cooperativa degli Impiegati. Nel Maggio l’inaugurazione dell’Istituto musicale, ricostituito per mezzo di azionisti. Nel Giugno pellegrinaggio a Caprera, a cui prendono parte 500 Garibaldini. In Dicembre partenza del prefetto, sindaco ed altre autorità alla volta di Bitti ed Orune, per le famose paci indette per il giorno 5; nello stesso mese il Consiglio Comunale discute e fa voti al Governo per il pareggiamento della Università.

Nel 1888 si fanno visite a diverse località, per l’impianto di un nuovo Cimitero, con studi e progetti relativi. In Ottobre l’apertura della Banca Cooperativa fra commercianti.

Nel Febbraio del 1889 si fece la grandiosa Mascherata di beneficenza con carri allegorici, per cura del Comitato Cuore e Follia. Il 24 Marzo, inaugurazione del monumento a Giuseppe Mazzini, presente l’autore, Giulianotti di Roma. Nell’Aprile apertura del tronco ferroviario da Sassari ad Alghero. Nell’Ottobre il ministero autorizzò l’impianto di un Vivaio di viti americane, da farsi nel tenimento di Giaggamanna.

Sindacato Basso

I partiti e la Cassa di Risparmio. – Furono numerose e varie le liste messe in giro per le elezioni del Novembre 1889. La lotta fu accanita, e dall’urna vennero fuori un buon numero di progressisti.

Nel Novembre il Consiglio nominò per suo capo Giuseppe Basso (il primo dei Sindaci Eletti) al quale fu data una Giunta composta di elementi misti… come al solito!

Il 1890 passò con poca lode e poca infamia. Si ebbero le stesse bizze, più o meno celate, le stesse altalene, gli stessi passaggi graduali o repentini da destra a sinistra, o viceversa: di quei certi progressisti o di quei certi moderati, il cui battesimo si prestava a tutte le evoluzioni.

Nell’Agosto di quest’anno venne traslocato il prefetto Arata, che per sei anni tenne le redini della provincia, mantenendosi in sella fra i due partiti, senza urtare, e senz’essere urtato.

Nel Novembre ebbero luogo le elezioni politiche, e riuscirono eletti Ferracciu, Giordano, Pais e Demurtas.

L’anno 1891 sarà ricordato dalla nostra cittadinanza per la visita di Felice Cavallotti in Febbraio, e per il crollo della locale Cassa di Risparmio in Giugno.

Le accoglienze fatte a Cavallotti suscitarono nuove e vecchie bizze, provocarono polemiche, e crearono equivoci e malintesi. Il sindaco Basso rassegnò le sue dimissioni da sindaco nello stesso mese di Febbraio. Due mesi dopo fecero altrettanto 24 consiglieri, e poco dopo tutti gli altri.

Il Consiglio si era sciolto da sé! I costruttori della torre di Babele avevano finito per non intendersi più; e quindi sospesero l’opera grandiosa… e si separarono.

Regio Commissario. – Il 25 Maggio del 1891 arrivò il Commissario Comm. Frate, il quale prese le redini dell’Amministrazione Comunale. I due bimestri della sua gestione vennero turbati da un fatto, che gettò l’allarme nel paese, e un po’ di confusione nei due partiti, che in Sassari si contendevano aspramente il terreno.

11 27 Giugno di quell’anno gli amministratori della locale Cassa di Risparmio annunziarono che l’Istituto era costretto a sospendere i pagamenti, dietro il rifiuto della Banca d’Italia, che non volle più riscontare le sue cambiali senza una maggior garanzia.

Fu questo un fulmine a ciel sereno che gettò lo sgomento nel pubblico, nei correntisti, negli amministratori, e nei Consiglieri Comunali, diversi dei quali facevano pur parte dell’Istituto crollante. Non si risparmiò alcun mezzo dagli Amministratori per salvare la Cassa di Risparmio… ma era troppo tardi!

Nell’Agosto del 1891 venne alla luce un periodico settimanale (che più tardi diventò giornaliero) col titolo La Nuova Sardegna, organo del partito radicale, fondato da cinque valorosi, a capo dei quali era Garavetti.

Nel 29 dello stesso mese, nel ridotto del Politeama, si tenne una riunione di elettori presieduta da Soro Pirino e Manca Leoni; ai quali, sebbene di diversa fede politica, erasi ricorso per costituire un’amministrazione vigorosa e severa e per estirpare il male dalle radici. Tanto l’uno, quanto l’altro, proposero una scheda mista (la cui maggioranza, a dir vero, era di moderati).

Il 6 Settembre, destinato alle elezioni comunali, vi fu diserzione degli uffici e sciopero alle urne; cosicché gli elettori vennero convocati per il 17. In questo giorno riuscì primo eletto Soro Pirino, e secondo eletto Manca Leoni. Il paese aveva ad entrambi dato un attestato di stima; ma non volle accettare, né votare, la scheda degli altri candidati da essi proposta.

L’uno e l’altro, poco soddisfatti dell’esito, ringraziarono gli elettori, ma rassegnarono le dimissioni da consiglieri.

Sindacati Conti e Pitzorno

Nuovo Consiglio. – Il nuovo Consiglio comunale, insediato il 5 Ottobre 1891, elesse a sindaco il Prof. Antonio Conti. In complesso i consiglieri erano stati prescelti in base a quella Conciliazione che si era sempre risolta in un disaccordo. La Giunta venne in maggior parte formata da progressisti, fra i quali alcuni repubblicani.

Nello stesso mese arrivò il liquidatore della Cassa di Risparmio Comm. Vergara, e più tardi il ragioniere Armizzi di Bologna; così si tirarono per le lunghe le pratiche della liquidazione, con spese e indennità enormi. Non pochi campioni dell’uno e l’altro partito approfittarono di quel disastro cittadino per ostacolare i buoni accordi, lanciando accuse or sull’uno, or sull’altro degli amministratori avversari.

L’anno 1892 si aprì con la solita questione della Cassa, la quale seguiva sempre tutte le diverse amministrazioni come l’ombra di Banco. Nel Marzo ebbero luogo le elezioni politiche, dietro il decesso del ministro Ferracciu, e venne eletto il figlio Ruggero, contro Garavetti, che soccombette per pochi voti.

Nel Luglio si tenne la seduta inaugurale dell’Associazione liberale, che elesse a presidente Manca Leoni.

Il Consiglio della concordia e della conciliazione, che doveva salvare il paese, procedeva con fiacchezza ed apatia senza esempio. Il sindaco Conti, sdegnato, perdette la pazienza, e nell’Agosto abbandonò il seggio sindacale. Le disillusioni avevano provocato la indifferenza. La maggioranza era incredula: non radicale, né conservatrice.

Nell’Ottobre fu eletto sindaco Giacomo Pitzorno. Nello stesso mese vi fu lotta accanita per le elezioni politiche. Riuscì eletto Garavetti, contro Salvatore Farina, che alcuni amici avevano invitato a presentarsi.

Il Consiglio Comunale continuò a camminare a sghembo, con la stessa apatia, con la stessa conciliazione discorde, e col cozzo eterno tra vecchi e nuovi amministratori.

L’energia esercitata dal Pitzorno, il terzo sindaco eletto, non riuscì a conciliare nulla; anzi indispose 28 consiglieri, i quali avevano preparato la sua rimozione, perché non aveva più convocato le sedute. Ma il Pitzorno li prevenne, deponendo lo scettro del comando nel Gennaio del 1893, dopo soli novanta giorni di regno!

Diverse dal 1890 al 1892. – Durante questo triennio burrascoso ed emozionante noteremo:

Nel Gennaio del 1890 l’inaugurazione delle Cucine Economiche; nel Febbraio la Mascherata di beneficenza con carri allegorici, per impulso del Comitato Cuore e Follia, promotore delle stesse Cucine; nell’Aprile solenne inaugurazione del Tiro a Segno, sotto la presidenza di Stefano Vallero; nel Maggio commemorazione solenne di Aurelio Saffi, con intervento di tutti i sodalizi e discorso di Soro Pirino; nel Giugno l’inaugurazione con premi della Mostra di bestiame nel tenimento Castoldi.

Nel Gennaio del 1891 la visita a Sassari ed a Sorso di Cavallotti. Il 13 Marzo venne graziato Pietro Sbarbato, che da 44 mesi era nelle carceri di Sassari.

Nell’Ottobre la nomina di un Comitato di Signore per offrire una bandiera alla corazzata Sardegna, da custodirsi in uno stipo eseguito dai fratelli Clemente, dietro accordi tra i Municipi di Cagliari e di Sassari.

Nel Febbraio del 1892 grande apertura dell’Esposizione d’arte umoristica nei magazzini del palazzo Giordano, per iniziativa di Pietrasanta, Sartorio, Clemente, ed altri artisti e dilettanti. Nel Marzo discussione vivace nel Consiglio comunale per la eterna minaccia della soppressione dell’Università, per cui fu anche indetto un meeting nel Politeama, presieduto da Soro Pirino. Nel Maggio visita a Sassari del deputato Maffi; nell’Ottobre primo riparto di somme a 582 creditori della Cassa di Risparmio, in ragione del dieci per cento!!!

Sindacato Ledà d’Ittiri

Consiglio progressista (1893-1895). – È questo il periodo del sindacato di Gerolamo Ledà conte d’Ittiri, il quarto eletto dal Consiglio i114 Gennaio 1893. Inutile dire, che il battesimo di progressista, o moderato, è convenzionale, e non significa un carattere, un’opinione, né un intendimento politico! Può dirsi, che, d’allora in poi, al partito delle idee sottentrò in maggioranza quello delle persone. Invano un Comitato, presieduto da Garavetti, aveva tentato nel Dicembre del 1892 di gettar le basi di un Sodalizio democratico.

Gli attacchi degli avversari continuarono contro il Municipio, accusato di amministrar male. La Cassa di Risparmio, l’eterno spauracchio, raffreddava da una parte gli entusiasmi, e dall’altra forniva esca per combattere i consiglieri in carica.

Il 1894 continuò sulla stessa falsariga dell’anno precedente. Attacchi e malumori da una parte e dall’altra. Si tentava di riaccendere gli odi antichi, assopiti nello sfacelo bancario, reso più grave dalla liquidazione della Banca Agricola Sarda, passata sotto la tutela della Banca Nazionale.

Intanto si succedevano le sedute dell’Associazione liberale, presiedute dal Manca Leoni, vecchio lottatore, instancabile, che aveva combattuto strenuamente, giorno per giorno, ora per ora, quasi per mezzo secolo, a cominciare dall’alba della Costituzione.

Il 1895 si presentò colla stessa fisonomia e sotto la stessa prospettiva dei due anni precedenti: muratori disoccupati nel Marzo, e agitazione crescente fino al Maggio, in cui Garavetti, senza contrasti feroci, venne rieletto deputato.

Alle elezioni politiche susseguirono nel Luglio quelle dei consiglieri Provinciali e Comunali. La lotta s’impegnò più feroce.

Ma questa volta il trionfo dei progressisti non fu completo. Essi subirono qualche perdita in un’elezione, e una mezza sconfitta nell’altra.

Il sindaco Ledà d’Ittiri presiedette l’amministrazione con amore al paese e fedeltà al partito che lo aveva eletto. Egli resse la cosa pubblica con bonarietà signorile, seguendo le orme paterne – le orme di quel vecchio Conte d’Ittiri, ultimo feudatario, ch’era stato sindaco di Sassari fin dal 1842, delegato a Torino nel 1847 per l’unione dell’Isola al Continente, ed eletto deputato al Parlamento nel 1853, sebbene si sapesse che avrebbe rinunziato al mandato.

Diverse dal 1893 al 1895. – Il primo mese del 1893 cominciò con le vivaci proteste peer la nuova minaccia della soppressione dell’Università, tanto nei due Consigli Provinciale e Comunale, quanto in un imponente Comizio presieduto da Garavetti. Nel Giugno benedizione del nuovo Cimitero in continuazione del vecchio; nell’Agosto firmata la convenzione per la fabbrica del ghiaccio; nel Novembre arrivo a Sassari del Sotto Segretario di Stato Rosano, e splendido ballo in costume sardo, offerto in suo onore dall’on. Giordano; nel Dicembre apertura del Giardino d’Infanzia.

Nell’Ottobre del 1894 inaugurazione della Scuola pratica di agricoltura, e sottoscrizione del contratto per la costruzione di un Manicomio; nel Novembre l’inaugurazione della Scuola serale di disegno.

Nel Gennaio del 1895 acquisto del terreno in Rizzeddu per il Manicomio, e impianto dell’Archivio comunale nel piano superiore del Palazzo Ducale, con la sezione delle carte antiche; nell’Aprile inaugurati i locali del Club ciclistico, e costituita l’Associazione universitaria; nel Luglio inaugurazione della Scuola di musica, e dato l’appalto per la costruzione del Mattatoio.

Sindacato Mariotti

Consiglio moderato-progressista. – Dopo il rifiuto di Pietro Paolo Flores, che aveva ottenuto il maggior numero dei voti dagli elettori, il Consiglio, insediato nel Luglio, elesse a sindaco Gaetano Mariotti, sebbene in quel momento assente da Sassari. Si filò tranquilli per un po’ di tempo, con attacchi piuttosto cavallereschi.

Il 1896 si aprì con un po’ di emozione degli ex amministratori della Cassa di Risparmio, condannati dal Tribunale, e minacciati del sequestro giudiziario per domanda del liquidatore Vergara.

Intanto da un gruppo di moderati si fondò un periodico quotidiano col titolo Il Giornale di Sardegna, con lo scopo di preparare la piattaforma delle future elezioni politiche, e nello stesso tempo di far fronte al nemico, nel caso avesse tentato una scalata al Palazzo Ducale.

I capi del partito avverso e loro aderenti, pensarono alla loro volta di preparare il terreno per l’avvenire. Nel Maggio venne inaugurato il Circolo repubblicano e nello stesso mese si gettarono le basi per fondare una sezione del Partito socialista dei lavoratori italiani – nuovo partito che cercava farsi strada, indipendentemente dagli altri due combattenti.

Tanto per rompere la monotonia politica, nell’Agosto il liquidatore della Banca Agricola veniva a transazione col Comune di Sassari, per il credito che questo vantava verso quella; il tribunale condannava solidamente gli amministratori della Cassa di Risparmio.

Il 1897 s’iniziò colle solite torme di disoccupati che chiedevano lavoro. Il sindaco e la Giunta, d’accordo col prefetto, escogitarono mezzi per soccorrere gli operai, evitando le umilianti elemosine coi buoni delle Cucine economiche. E fu allora che il Mariotti, sempre artista e geniale, progettò di alberare tutte le piazze di Sassari e la via Roma, e di costrurre quello Square di piazza Castello, sul quale i progressisti spuntarono tanti strali, quanto quelli lanciati dai repubblicani alla statua del re Vittorio Emanuele II.

Fu un vero raggio di sole nelle tenebre del Bilancio Comunale la unificazione dei debiti del Comune, in esecuzione della legge del Dicembre 1896; ma anche questa unificazione, che salvava la città dal fallimento, ebbe molte proteste e maledizioni per parte dei cittadini unificati ch’erano possessori di obbligazioni. Il Municipio, in riconoscenza del benefizio ottenuto, eresse un busto a Luigi Luzzatti nella sala delle adunanze.

In Febbraio ebbero luogo le riunioni di due Comitati elettorali: una per la rielezione di Garavetti, l’altra per la candidatura di Abozzi: due vecchi amici politici già militanti nello stesso partito.

Nelle elezioni del 22 Marzo riuscì vincitore Garavetti su Abozzi, il quale ottenne un buon numero di voti dai monarchici costituzionali.

Alla gioia del Maggio, per la unificazione dei prestiti, tenne dietro nell’Agosto la soddisfazione di molti consiglieri per la transazione avvenuta fra Municipio e Cassa di Risparmio, debitrice di lire 280 mila.

Nel Settembre si ventilò il progetto di restaurare e far rivivere il vecchio Teatro civico, per il quale il sindaco Mariotti nutriva una singolare tenerezza che rasentò quasi il delirio. Era un chiodo che gli si era ficcato nel cervello, né riuscì mai a strapparselo. Convocati i palchettisti, questi finirono per accondiscendere alla risurrezione del teatro.

E così spuntò l’anno 1898, che doveva adagiarsi fra due musiche di diverso tono, fra due monumenti di diverso significato politico, e fra due partiti di diverso colore.

Il 6 Marzo pervenne la notizia della morte in duello di Cavallotti, sinceramente compianto da tutti i sardi, perché difese l’Isola con affetto e calda parola. Da un Comitato repubblicano s’iniziò subito una sottoscrizione per un busto, in memoria dell’estinto.

Dal Marzo alla metà di Settembre sempre le stesse cose: le gare all’acqua forte tra i due giornali avversari; le gare stridenti tra le due società musicali; le gare politico-estetiche tra il busto di Cavallotti e la statua del Re Galantuomo; le gare tra gli artisti e industriali sassaresi all’Esposizione di Torino. E fra tante gare, sono degni di nota le riunioni di un Comitato per il Patronato scolastico, presieduto da Soro Pirino; le conferenze dei Lavoratori del Libro, promosse dalla Sezione socialista ed infine la tranquillità ottenuta dagli ex amministratori e revisori della Cassa di Risparmio, con la transazione avvenuta, mediante lo sborso di L. 190.000, che li scioglieva da ogni ulteriore responsabilità e da uno spasimo che perdurava da oltre dieci anni!

Il 1899 s inaugurò col nuovo Mattatoio, da due anni in costruzione, e forse questo richiamò l’idea del macello che volevasi fare della nostra Università per il progetto di legge del Boselli. Partì subito per Roma una Commissione, composta del Rettore, del Sindaco e dei presidenti del Consiglio e Deputazione provinciale, ai quali si unì il deputato Garavetti e il prefetto Cassis.

Fu appunto in tale circostanza che il re Umberto espresse al Mariotti il desiderio di visitare la Sardegna, in occasione dell’inaugurazione in Sassari della statua di Vittorio Emanuele II.

Ritornato da Roma il sindaco, nel Febbraio presentò al Consiglio il progetto della restaurazione del Teatro civico e fu approvato col concorso di L. 5.000.

Intanto il 18 Aprile 1899, provenienti da Cagliari, arrivarono il re Umberto e la regina Margherita, con seguito di molte spiccate notabilità, fra le quali le dame d’onore marchesa di Villamarina e marchesa Trotti, ed i ministri Ponzio Vaglia, Pelloux e Lacava.

La mattina del 19 venne inaugurato il monumento di Vittorio Emanuele, con discorsi del presidente del Comitato, del Sindaco, del rappresentante di Roma principe Colonna, e del rappresentante di Torino Conte di Revel. La sera banchetto delle autorità. La mattina del 20 partenza dei Reali per Alghero; la sera nei giardini pubblici la esposizione dei costumi sardi, con la famosa cavalcata di oltre 300 cavalli; la notte spettacolo di gala al Politeama col Lohengrin di Wagner, ed in città la grandiosa illuminazione alla Fantapiè. Il 21 i Reali, dopo aver visitato parecchi stabilimenti di beneficenza, ripartirono per Roma.

Nello stesso mese di Aprile si effettuò a Cagliari la consegna della bandiera alla corazzata Sardegna, offerta dalle donne sarde. Arrivata poco dopo la nave a Portotorres, fu visitata da oltre 5.000 persone. In siffatta occasione vennero offerti un banchetto ed una festa da ballo in costume agli ufficiali della corazzata.

Diverse dal 1895 al 1899. – Nel 1895 le inaugurazioni della scuola di musica e del nuovo mercato nelle Appendici.

Nel Gennaio del 1896 fu compilato il progetto del Manicomio; nel Marzo festa solenne, dovuta a iniziativa degli studenti universitari pel centenario dell’entrata di Giommaria Angioi in Sassari; nel Maggio nuova Scuola popolare di disegno; collaudo delle Stalle modello nella Scuola Agraria. Nel Giugno, notizia del massacro in Africa del Marchese di Mores. Nell’Agosto inaugurazione della Mostra artistica nel palazzo della provincia. Nell’Ottobre pratiche per la ricostruzione dei vigneti filosserati.

Nel Febbraio del 1897 riunione per impianto della Scuola di arti e mestieri, e progetto per un Brefotrofio. Nel Maggio progetto per una fabbrica di ghiaccio e apertura dello Square di piazza Castello. Nell’Agosto proposta di un Campo di tiro. Nel Settembre progetto di restauro del Teatro civico, e apertura della Scuola dell’associazione musicale. Nell’Ottobre inaugurazione della nuova fontana di S. Maria.

Nel Febbraio del 1898 formossi un Comitato sardo in Torino per quella Esposizione. Nel Marzo Tiro a segno e progetto di un Poligono per il Campo di Tiro; iniziato il riposo domenicale col consenso dei commercianti. Nel Giugno rivestimento in marmo del Mercato e lastricamento di diverse vie. Nel Dicembre inaugurata la Refezione scolastica.

Nel primo mese del 1899 si decreta l’apertura del Mattatoio. In Maggio si ha la sorpresa dei numerosi arresti nel circondario di Nuoro e di Ozieri, eseguiti per ordine del prefetto Cassis.

Il partito democratico, dopo la partenza dei Sovrani, aveva lavorato alacremente per consolidarsi. Il giorno 8 di Luglio 1899 erasi pubblicato il programma dei rappresentanti dei partiti popolari, per servir di guida ai nuovi consiglieri che dovevano venir fuori dall’urna, in surrogazione di quelli usciti per estrazione, in base alla nuova legge.

Dopo numerose riunioni dei Comitati di due o più colori, il 23 dello stesso mese ebbero luogo le elezioni, col trionfo completo del partito così detto democratico.

Nell’Agosto e Settembre il commercio fu in preda ad una doppia emozione, provocata da due diverse notizie bancarie. Da una parte l’annunzio ufficiale del ministro Boselli, che in Sassari verrebbe istituita una succursale del Banco di Napoli; dall’altra il dolore per l’annunzio che la Banca Nazionale aveva assunto la liquidazione della Banca agricola, senza che l’assemblea degli azionisti fosse stata interpellata.

L’agricoltura ebbe le sue soddisfazioni nei susseguenti mesi di Ottobre e Novembre per la serie delle conferenze del Prof. Pellegrini, direttore della Scuola agraria, e per la solenne festa degli alberi in piazza d’armi e sul Colle dei Cappuccini, con l’intervento di tutte le scolaresche.

Non venne trascurata la istruzione pubblica elementare, né la coltura artistica; la prima ebbe un vantaggio con la nomina di Genesio Lamberti a Direttore didattico; la seconda ebbe un incremento col compiuto restauro del Teatro civico, e con la Scuola di musica, a cui si erano destinati i locali annessi.

Ma il maggior trionfo fu l’opera politica, dovuta al partito democratico. L’11 Dicembre venne inaugurato il nuovo sodalizio col battesimo di Unione popolare, il quale già contava un migliaio di soci tra contadini, operai, studenti. commercianti, professionisti. La riunione ebbe luogo nei locali dell’antica Frumentaria.

Il prefetto Cassis (partito nell’Ottobre) era stato sostituito da Gandin, il quale nel Dicembre aveva annullato la nomina del Direttore didattico.

Questo decreto fu causa dele dimissioni del sindaco Mariotti. Rieletto pochi giorni dopo per voto unanime del Consiglio, egli se ne compiacque, e disse all’assemblea: «Io sono orgoglioso di presiedere ad un’amministrazione che, pur composta di elementi diversi, ha dato memorabile prova di civiltà, ed ha dimostrato che ciascuno dei membri, pur non rinunziando alla libertà delle proprie opinioni, è concorde con gli altri nella tutela del decoro cittadino!».

Il 1° Gennaio del 1900 s’inaugurò il Teatro Civico, rimesso a nuovo, con la Bohème di Puccini, e il sindaco Mariotti vi assistette, orgoglioso dell’opera sua!

Nell’anno 1900. – Soddisfatto della buona riuscita del tempio dell’arte (come lo era stato dello Square di piazza Castello) il sindaco Mariotti erasi accinto febbrilmente al restauro radicale delle quattro principali sale del palazzo ducale, sede del Municipio, da lui fatte pavimentare e decorare piuttosto con lusso.

Se però il partito democratico era contento del Sindaco, non lo erano punto alcuni dei suoi amici costituzionali, cui suonava male il suo trasformismo e la cieca condiscendenza verso il partito avverso, il quale aveva finito quasi per esautorarlo.

Certo è che la scissura di Mariotti con una buona parte degli antichi suoi amici politici, e specialmente coll’Avv. Devilla che lo combatteva apertamente e senza ipocrisie, aveva molto indebolito il partito monarchico costituzionale.

Si erano intanto iniziate molte cose utili; la Scuola serale, tra le altre, era stata accresciuta di una terza sezione per gli analfabeti, stante i numerosi inscritti.

L’agricoltura ebbe i suoi vantaggi: le conferenze sulla  ; le pratiche per l’impianto di un vivaio di viti americane; la Società degli agricoltori per la istruzione e cooperazione; ed infine la festa della Società agricola.

L’Unione popolare prendeva intanto uno sviluppo sorprendente.

Nel Marzo così leggevasi nella Nuova Sardegna: «Sarà una minuscola maison du peuple; sarà un ambiente educativo e moralizzatore; sarà la casa della cordialità, dell’amore, della fratellanza; ecco la sua vera e bella fisionomia!… Tutto l’insieme è un complesso di molti elementi diversi, spesso opposti, disparati, svariatissimi, ma fortemente unito dallo stesso vincolo e sempre armoniosamente combinati».

Per certuni questa larga fratellanza era troppo evangelica, per poter rappresentare un sincero e costante partito; per certi altri ricordava troppo il partito della conciliazione, fondato nel 1884.

Nell’Aprile ebbe luogo la solenne inaugurazione del busto di Felice Cavallotti, nel centro di quello Square tanto combattuto e calunniato. Intervennero alla cerimonia tutti i sodalizi e diversi deputati, fra cui Caldesi e Guerci.

Nel Maggio fu tenuta una riunione a Cagliari, coll’intervento del Sindaco e del presidente della Deputazione provinciale, per ottenere il pareggiamento delle due Università sarde. Nello stesso mese il Consiglio Comunale votò la sanatoria delle spese fatte da Mariotti per il Teatro Civico; le quali spese, da L. 5.000 deliberate, salirono ad oltre 43.000 lire.

Verso la metà dello stesso mese cominciò il solito lavoro per le imminenti elezioni politiche. Risparmio al lettore tutti gli attacchi violenti e gli insulti lanciatisi a vicenda, nell’aspra lotta fra i due partiti, nonché fra i popolani delle due assemblee.

Il 4 Giugno Filippo Garavetti uscì vincitore dall’urna con 1.086 voti, contro Michele Abozzi che ne riportò 1.008.

La fondazione e l’incremento dell’Unione popolare aveva creato la reazione in altro campo operaio. Erasi di recente costituita una Società operaia cattolica del Sacro Cuore di Gesù, composta di soci appartenenti alle diverse parrocchie, e nel Giugno (poco dopo le elezioni) erasi battezzata la bandiera sociale, con l’intervento di numerose signore.

Alla fine di Luglio (il 30) pervenne la notizia telegrafica dell’assassinio del re Umberto a Monza: notizia che fece un’impressione profonda nella popolazione sassarese, poiché troppo vivi erano i ricordi delle feste fattegli nell’Aprile dell’anno precedente, quando visitò la città di Sassari con la regina Margherita.

Vittorio Emanuele III (1900). – Dopo la morte del re Umberto, salì al trono il figliuolo Vittorio Emanuele III, cultore appassionato di storia e archeologia. Rimase celebre la sua frase: «Nessuno in Italia fa il suo dovere!».

I repubblicani, i socialisti, i clericali, e i moderati, ognuno per proprio conto, continuarono la propaganda. I moderati (nello stesso mese) decisero di riaffermarsi per non essere sopraffatti; epperciò annunziarono con un programma la fondazione dell’Unione dei partiti costituzionali.

Diamo altre note per l’anno 1900. Nel Gennaio apertura del Giardino d’Infanzia, e compimento dei lavori per la formazione di un Vivaio di viti americane. Nel Febbraio definitiva cessione del monastero delle Isabelline, fatta dal Demanio. Nel Marzo costruzione del Campo di Tiro in Baddimanna. In Maggio funzionamento dell’Istituto antirabbico, e autorizzazione per l’acquisto del Palazzo Ducale, dove ha sede il Municipio. Nel Novembre apertura al pubblico del Banco di Napoli; proposta per l’istituzione in Sassari di una Cassa popolare agricola ed asta bandita per l’adattamento delle diverse Cliniche nell’Ospedale civile.

In seduta del 30 Dicembre 1900 l’assessore per la istruzione, avvocato Pietro Satta Branca, riferiva sulla proposta d’istituire una Scuola di arti e mestieri, per la quale chiedeva lo stanziamento in bilancio di L. 5.000, che il Consiglio approvò, sperando che altri enti concorressero con nuove somme.

Con questa deliberazione finì il mese, finì l’anno, e finì il secolo XIX.

E qui finisco anch’io le note di cronaca, riservandomi di continuarle in Appendice per il secolo XX, fino al giorno in cui apporrò la parola fine all’ultima pagina di questo libro.

Noterò solamente, che il sindaco Gaetano Mariotti morì per emorragia cerebrale la mattina del 6 Febbraio 1902. Fu da tutti sinceramente compianto ed il Municipio gli decretò solenni funerali. Il suo ingegno versatile, la signorilità dei suoi modi, il suo animo compiacente, il nessun rancore verso gli avversari, gli conciliarono la simpatia generale.

Dopo la morte di Mariotti, fu l’Avv. Pietro Satta Branca che resse l’amministrazione del Comune, prima come Prosindaco, e in seguito come Sindaco. La sua elezione al seggio sindacale avvenne il 21 Settembre 1902, in un turbinoso periodo di battaglie, che volle e seppe coraggiosamente affrontare con pertinacia di pensiero, energia di azione, tenacità di propositi e d’intendimenti.