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Tempi remoti

Prime origini

Quali furono i fondatori della borgata, villa, o città di Sassari? – Nessuno seppe dirlo, e nessuno forse lo dirà mai! Riassumerò per curiosità le storielle che corrono sul suo conto.

Il padre Madau afferma, che Sassari fu fondata dai Tarati, popoli colà condotti da Taras, figliuolo di Nettuno e compagno di Ercole il Libico; il qual Nettuno era creduto lo Jafet della storia sacra, ed il qual Taras era il settimo ed ultimo figlio di Jafet.

Seguendo la opinione del Vitale, alcuni vorrebbero che il nome di Sassarim, o Sassaros, abbia avuto origine dai Sàssoli, popoli tiburtini, o tibulazii, la cui città era presso la borgata di S. Vittoria, nella campagna di Osilo.

Che Sassari sia stata fondata dai Tarati lo riporta anche il Fara ed altri storici, fra i quali Lamarmora; e si aggiunge ancora, che il nome Tarati si scambiò in seguito con quello di Tàtari, per la trasposizione dell’r e del t.

Lo storico Vico vorrebbe Sassari fondata dai Tartari nel 2400 avanti Cristo (nientemeno!); e dice anche lui, che il nome di Tartari si è cambiato in quello di Tàtari, per la omissione di un’r.

Viene in seguito la famosa leggenda, riportata in un documento apografo, che vuolsi rinvenuto nel 1519 fra le carte dell’arcivescovo turritano Alepus. In questo documento parlasi dell’arrivo a Torres, nell’anno di Cristo 412, di due grosse navi cariche di molti passeggeri della Tartaria, guidati dai due fratelli Alborialsote Kalos e Sossonaite Geridon. Questi due capitani di lungo corso non domandavano per residenza che un tratto di terreno, il quale venne loro concesso. Ivi fondarono la villa di Sassari; ma poco dopo i due fratelli si bisticciarono e si separarono. Uno di essi (Sossonaite) condusse le sue genti al di là di Taniga, dove fondò l’attuale villa di Sorso.

La versione più comune è questa: che le frequenti invasioni dei saraceni costrinsero gli abitanti di Torres e dei paesi vicini a ritirarsi nell’amena campagna di Sassari, dove fondarono, o ingrandirono il paese – precisamente (nota il Gemelli nel 1769) come avvenne ad una colonia di padovani, la quale, per non cadere nelle unghie del terribile Attila, si ritirò nelle lagune dell’Adriatico, e vi fondò la città di Venezia. A me pare più probabile, che le poche famiglie romane, che abitavano l’antica Torres, (decimate più dalle febbri che dai Saraceni) siano ritornate poco per volta alla madre Roma. Credo fermamente che quando Torres fu abbandonata e distrutta, Sassari non era ancora nata od era un misero paesello, composto di poche casupole. Da molti secoli Sassari è madre, e non figlia di Portotorres!

Fenici, Cartaginesi, Romani

Resterebbe ora a domandarsi, se questi tre popoli antichi occupassero la campagna sassarese nei secoli avanti Cristo e nei primi secoli dell’era cristiana. – Sebbene nessuno ne abbia parlato, non parmi lecito di dubitarne – poiché i popoli indigeni sardi, o le colonie che vennero ad abitare l’isola, non potevano trascurare quel territorio delizioso, così ricco di vegetazione e di sorgenti d’acqua pura.

È dunque naturale, che sia esistita una Sassari preistorica – come lo attestano anche oggidì  alcuni avanzi di nuraghi nelle sue vicinanze; ed è pur sicuro, che parecchi di essi esistettero anche nell’area oggi occupata dalla città. Nessun vestigio, però, abbiamo dei popoli neolitici, né delle genti nuragiche. Le tombe, aperte per mezzo degli scavi, nulla finora ci hanno rivelato. Dirò a questo proposito, che io credo indigeni i nuraghi: opera dei sardi primitivi non già di gente venuta di fuori; la quale avrà bensì battuto le spiaggie, ma non tanto facilmente si sarà cacciata nell’interno dell’isola per fabbricar nuraghi: a meno che la Sardegna non fosse del tutto disabitata!

Fra le numerose monete romane trovate in un terreno di Caniga (di proprietà del cav. Efisio Valle) se ne trovò una con la testa di Cerere coronata di spighe, di epoca cartaginese; ma non so dirvi se appartenesse ad un progenitore dei sassaresi, oppure a qualche cartaginese fuggiasco, tra gli anni 572 e 237 avanti Cristo!

Così del pari non possiamo dubitare della esistenza di una popolazione romana (progenitrice, o non, dei futuri sassaresi) scomparsa del tutto dopo la rovina di Torres per opera dei vandali… o di chi per essi. La città di Sassari, difatti, trovasi a brevissima distanza dal territorio fertilissimo abitato dai figli del Lazio – territorio che da essi ha preso il nome di Romania, o Romangia, conservato fino ad oggi. Ed altra prova ne abbiamo nei diversi sarcofaghi, tombe, vasi, monete, frammenti di statue, ecc., trovati nei dintorni di Sassari; e più ancora nell’acquedotto di Torres, il quale prendeva le acque dalle vallate orientali del nostro paese. Per lo meno le famiglie dei custodi di siffatto acquedotto (di cui anche oggidì si vedono i ruderi a pochi metri dalla città, e lungo lo stradone di Portotorres) dovettero abitare nel sito in cui oggi sorge Sassari, moltiplicandosi per virtù propria, o incrociandosi con una popolazione indigena, che forse colà esisteva.

Etimologia di Sassari

Sul battesimo dato alla città di Sassari è inutile soffermarci, poiché le curiose etimologie (quasi sempre fantastiche) sono comuni alla maggior parte delle città del mondo.

Sorvolando sui Tarati, sui Tartari, sui Sàssoli, che vuolsi abbiano dato il nome a Tatari ed a Sassari, riporteremo l’opinione del citato P. Gemelli, il quale così scrisse in una sua orazione stampata nel 1769: «Fu la nuova città denominata Sassari, a quel che io penso, o dai sassi di che abbondano i suoi contorni e il suo per altro fertilissimo territorio (e Sassi infatti trovasi appellata in qualche antico monumento), oppure dall’essere come assisa sur un colle: etimologia insinuataci dal Cluverio, mentre questa città appella Sessaris, quasi a sedendo. Così leggesi nella introduzione alla sua geografia, alla voce Sardinia, nell’edizione di Amsterdam dell’Hond, e in qualche altra, benché in alcune si abbia Sassaris».

Lasciando al Gemelli tutta la responsabilità della nuova radice che vuol dare a Sassari, io noto solamente che il dotto gesuita ha preso un grosso granchio sulla denominazione di Sassi; la quale si trova bensì in antichi manoscritti (ed anche qualche volta negli Statuti Sassaresi del 1294) ma solamente come abbreviazione di Sassari.

L’archeologo Spano, pur affermando che Tatari ha preso il nome dagli antichi popoli Tarati che abitavano quella regione, riporta il parere del Nurra, il quale deduce la etimologia dal greco Taras, che vuol dire aspri e agresti; dal suo canto, lo Spano vuol farlo derivare dal fenicio Taras, che significa case di pastori o riunione di stazzi.

Scelga il lettore a suo piacimento quello che gli torna meglio: io non so se i sassaresi gradiranno il titolo di agresti ed aspri (e forse lo sono!), né se terranno il broncio all’archeologo sardo, il quale ha fatto sorgere la loro città dalle case dei pastori o dalla riunione degli stazzi… come nella Gallura.