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Rioni, piazze, corti

Dentro le mura

Lo abbiamo detto altrove: entro la cinta delle muraglie si reggevano malamente in piedi poco più di 2.000 case e casette di apparenza modesta o meschina, le quali formavano oltre un centinaio di vie per la maggior parte strette e tortuose. Queste vie erano tagliate qua e là da vicoli irregolari e privi di luce; i quali alla loro volta si diramavano in altre viuzze tenebrose, per lo più senza uscita.

Tutto questo labirinto, chiuso in una tomba fortificata, era bipartito da una strada più larga delle altre, la quale partiva da Porta Castello e si prolungava a sghembo fino alla Porta di S. Biagio, detta più tardi di Sant’Antonio.

Questa strada centrale (che pareva larga perché le altre erano molto strette) era fiancheggiata dalle case dei nobili, dei signori e dei più ricchi mercanti. Nei rioni bassi, e nella maggior parte di quelli che si trovavano vicini alle muraglie di cinta, brulicava una popolazione chiassosa e irrequieta, la maggior  parte della quale passava la giornata in campagna, e rientrava ogni sera nei propri tuguri, per dividere con le proprie bestie il giaciglio… e qualche volta anche il pane.

Le case che fiancheggiavano la Piazza, e poche altre lungo le arterie di via Turritana e di Via Lunga, erano forse ragguardevoli per i tempi d’allora – ma certamente non dovevano presentare un aspetto molto gradevole di fronte all’arte ed all’estetica. Estetica ed arte erano quasi ignote nel medioevo e fino al secolo XVIII. Si rifuggiva dalla squadra e dalla linea retta, perché le ritenevano perniciose per la sicurezza pubblica, non so con qual criterio.

Quartieri e parrocchie

Ci risulta che Sassari, verso la metà del secolo XIII, era divisa in quattro Quartieri, corrispondenti al numero delle porte della città. Sappiamo infatti, che nel 1294 si eleggevano nel Consiglio del Comune 16 anziani, 8 sindaci, 8 majores de chita, e 4 ufficiali delle guardie, scelti in parti uguali da ciascuno dei quartieri.

Resta però a sapersi in qual modo veniva messa d’accordo la giurisdizione civile con quella ecclesiastica. Risulta che in quel tempo, ed anche anteriormente (nel 1278) l’arcivescovo Dorgodorio aveva diviso la città in cinque distinte parrocchie, coi titoli di S. Nicola, S. Caterina, S. Sisto, S. Donato e S. Apollinare. Questa divisione fu mantenuta per ben sei secoli, fino alla costruzione della chiesa parrocchiale di S. Giuseppe, sorta nell’Appendici nell’anno 1884. Anche le compagnie dei militi, ed i miliziani (come trovo nel 1478 e 1783) venivano formate dagli abitanti delle singole cinque parrocchie.

Certo è che fin dal secolo XV i diversi rioni della città erano cinque, battezzati col nome di Parrocchie, o Capellas. Si diceva, per esempio: la piazzetta di Pozzo di bidda es en la capella de S. Pulinari; il palazzo reale è nella capella de S. Caterina; e così via via.

E la determinazione di parrocchia si mantenne fino ai tempi presenti. Nel 1833 il numero delle case che componevano la città di Sassari erano 2.801; delle quali 863 basse e 1.938 alte, ad uno o due piani. La divisione delle case per ciascuna parrocchia era la seguente: S. Nicola aveva sotto di sé 508 case; S. Caterina 452; S. Apollinare 840; S. Sisto 273; S. Donato 727.

Nel 1884 fu collocata la prima pietra della sesta parrocchia di S. Giuseppe, nelle Appendici.

Levante e Ponente

Dopo l’anno 1848 la città di Sassari venne divisa in due mandamenti: quello di Levante, e quello di Ponente; e così la sua campagna. L’antica strada nazionale (Cagliari, Sassari, Portotorres) a partire da poco più in là di Scala di Ciogga, seguendo poi per il Molino a vento, per le attuali Piazze d’Italia e di Castello, e percorrendo per il Largo Cavallotti il Corso Vitto-rio Emanuele, e di là proseguendo per lo stradone di Portotorres, segna la linea di divisione tra l’uno e l’altro Mandamento.

Rioni

Nell’Ottobre del 1872 la Commissione del Censimento ribattezzó una buona parte delle vie e piazze interne ed esterne, in esecuzione della nuova legge del 20 Giugno dello stesso anno. La città venne divisa in sette Rioni, cioè: tre di Levante e quattro di Ponente, comprendendo in ciascuno un gruppo di vie, di viottoli, di piazze, di corti e di strette, che in complesso ascendevano al numero di 238, cioè 91 a Levante e 147 a Ponente.

Inutile notare che il nome di Rione rimase unicamente nell’elenco delle nuove denominazioni pubblicato nel 1872; la popolazione non seppe mai nulla, poiché nessuna indicazione fu posta nelle targhette.

Molte altre vie e piazze vennero ribattezzate col nuovo censimento del 1901, ma questa volta non si tenne conto del Rione…e la Commissione fece benissimo.

Piazze antiche

Negli Statuti del 1294 non si fa alcuna menzione delle piazze oggi esistenti nella città: vi è solamente nominato su campu de sa Corte dessu Comune, che io supposi esistesse allora di fronte alla casa comunale, e non alla parte posteriore, come supponeva il Bettinali. E’ probabile, però, che questa corte esistesse al fianco della stessa casa del comune, precisamente nell’attuale via Teatro Civico, in cui più tardi si eresse il convento dei Padri Scolopi. Il Sisco, verso il 1775, dice che la via Scolopi era anticamente chiamata Corte de Lardu. L’Olives, due secoli prima (nel 1567) aveva scritto che la Piaz-za Palumba, in cui si dava la colla ai malfattori, era prima chiamata Corte de Lardu (non ladru come scrisse il Tola), e questa probabilmente era l’antico Campu de sa Corte dessu Comune. Trovo in un atto del 1592, e in un Colloquio del 1593, menzionata la Corte de Lardu, dov’era una casa dell’abate di Saccargia, ed altra del Capo Giurato Dottor Sanatello. Anche nel 1629 trovo la plassa de Corte de Lardo. Dunque i due battesimi di Corte Palumba e Corte de lardu durarono a lungo. Non so però se la Corte di Palumba prendesse il nome del maestro di scuola Palumbo, che viveva nel 1545 e forse abitava in quella piazzetta, la quale più tardi prese il nome di via del pane (del ).

Piazza Castello

Era questa il largo davanti al vecchio castello edificato dagli aragonesi. È probabile che per la costruzione di siffatta fortezza si fossero demolite alcune case addossate alle muraglie – se non vogliamo credere che avesse sostituito il castello antichissimo, esistente ai tempi di Enzo.

Certo è che la piazza Castello, fin dal 1331, fu la piazza più importante della città e di essa si fa spesso menzione nelle carte antiche, sotto il nome di plà de castell – denominazione catalana conservata dal popolo sassarese fino ad oggi, tradotta volgarmente pianu di casteddu.

Verso il 1820, ed anche più tardi, la piazza Castello era senza spianare: tutta di pura roccia, irregolare, con rialzi e profondi scavi, che servivano di sedile agli sfaccendati, ed anche di luogo ai macellai per sgozzarvi e abbrustolirvi i maiali.

Più tardi – specialmente dopo che nel 1848 vi fu aperto l’elegante Caffè Mortara – il pian di Castello divenne il punto prediletto delle passeggiate signorili, poiché nei giorni festivi vi suonava la banda musicale.

La piazza Castello era in quel tempo l’anima e il cuore della città di Sassari, ed aveva tolto lo scettro alla piazzetta di Santa Caterina ed alla Carra grande, nello stesso modo che ad essa lo tolse più tardi la piazza d’Italia. Quando nel 1877 venne demolito l’antico castello, e quando nel 1897 sorse nel centro della piazza il verdeggiante Square, la popolazione sassarese ne rimase vivamente impressionata, perché le parve che coll’abolizione di quella piazza le avessero strappato dal cuore le più care memorie.

Carra grande e Carra piccola

La Carra manna (detta pure Carra gran), è l’attuale Piazza Tola: la più vasta e regolare, dopo la moderna Piazza d’Italia. Forse esisteva anche ai tempi della repubblica del 1294 ed è probabile abbia preso il nome da una misura di pietra detta Carra, fin da quel tempo colà collocata, a disposizione dei venditori e compratori all’ingrosso di grano, orzo, fave, ed altri legumi, sotto la sorveglianza e la garanzia del misuratore del Comune.

Nel Parlamento del 1614 il sindaco di Sassari esponeva: che la Piazza della Carra era deturpata da alcune case che sorgevano nel centro, e specialmente da quella ove si misurava il grano e chiedeva perciò che quelle case venissero demolite a spese della Città, la quale obbligavasi di fabbricarne un’altra in sito più adatto alla vendita e compra del grano – per esempio nel luogo detto lu Currali.

L’Angius e il Tola, erroneamente, fanno risalire la demolizione di queste case al 1608. Il Sisco cita una deliberazione del 3 Novembre 1603, nella quale è detto che si era atterrato un grande palazzo nel centro della Carra grande – e ciò per rendere più vasta la piazza dove si misurava il grano e l’orzo. Si notava pure, che quel palazzo era allora abitato dal Reggente e dal Braccio militare. L’Angius fa menzione dell’acquisto di questa casa nel 1587. Io trovo che nel 1597 essa venne restaurata per tenerla pronta all’arrivo del Viceré nell’inverno.

Il Tola nota, che nel 1622 venne deliberato l’ingrandimento della Carra grande ed è prova che quella piazza subì diverse modificazioni.

Sulla Carra trovo queste memorie: il palazzo della Carra fu comprato da Gavino Ferrale con atto del 16 Settembre 1620 e perciò la Città pagava le Messe che il canonico Cassagia celebrava nella Cappella di S. Giovanni Battista. Il 10 Settembre 1626 cinque carradors si obbligano in solidum di trasportare tutta la pietra che abbisognava per empredrar tota la plasa dela Carra gran, pietra forte, detta colombrina, di soddisfazione del Mestre que empedrarà aquella e i consiglieri si obbligano di pagarla a due soldi ogni carrada.  Nel 1629 venne fatto il riparto fra i cittadini di Ls. 1.150, somma spesa per far la Carra di misurare il grano, nel tempo in cui si demolì la casa nel centro della piazza.

Il Santo Ufficio si serviva della piazza della Carra per i suoi Autos de fé. Più volte venne deliberato di abbellirla, e venne pur destinata a mercato. Ad essa si pensò sempre, quando si progettava di inalzare qualche monumento in onore di un sovrano, o di un benemerito cittadino.

Nel 1872 si battezzò col nome del re Carlo Alberto; più tardi col nome di Efisio e Pasquale Tola; ma la piazza conservò sempre il nome antico di Carra e lo conserverà lungamente.

In continuazione della Carra grande è la Carra piccola (o pizzinna), arteria che congiunge la grande piazza al Corso Vittorio Emanuele. Oggi è una via spaziosa, ma forse in antico era un largo dinanzi alle vecchie carceri. Vuolsi abbia preso il battesimo da una piccola misura di pietra colà collocata per la vendita al minuto del grano, dell’orzo ed altri cereali. In un atto del 1510 a proposito di una casa posseduta da Michele Gilj, vien dato più volte a quella via il nome di calle de herreros (fabbri ferrai) – battesimo cambiato in quello di Carra pizzinna che durò fino ad oggi, sebbene nel 1872 fosse ribattezzata col titolo di Via dello Statuto, e nel 1875 con quello di Carra piccola.

Piazza S. Caterina e la Guardia

Dove ora sorge la statua di Domenico Alberto Azuni esisteva la vecchia chiesa di S. Caterina, con gradinata verso la piazza. Lo spazio triangolare, fra le scalette e l’imbocco della Carra piccola, era chiamato Piazzetta di S. Caterina. Era questo il punto più nobile della città per il ritrovo dei signori, specialmente dopo che vi fu aperto, verso il 1847, l’elegante Caffè Bossalino.

Al fianco sinistro della chiesa era un altro largo, per cui si accedeva al Palazzo Regio. Questa piazzetta era denominata del Governatore, ma più comunemente la Guardia, per la sentinella che vi era in permanenza da tempo antico.

Altre piazze

Segnalerò brevemente le altre piazze di Sassari, le quali poco hanno di rilevante.

Piazza del Collegio. – Piazza poco regolare formatasi nei primi del secolo XVI, dopo la demolizione di un corpo di case, la cui area fu occupata dall’Università, fabbrica di tabacchi e Collegio gesuitico. E’ frequentata dagli studenti universitari, prima e dopo le lezioni.

Campo di Carra. – Così era chiamato il punto estremo della via maestra verso Porta S. Antonio, prima che si demolissero le case che la chiudevano di fronte. La demolizione di questo largo (conservata fino ad oggi) venne corrotta ed alterata dal popolo in questi ultimi due secoli. Nelle carte antiche trovo sempre scritto Campo de Carros (dei carri) e non di Carra, nome della misura che diè il nome ad altre due piazze. Nel 1636 trovasi Campo de Carra e nel 1655 Campo de Carros; e la confusione è manifesta. Pare che quel punto fosse destinato alla fermata dei carri che andavano e tornavano da Portotorres. – Questo largo, ribattezzato col nome di Sant’Antonio, nel 1872 prese il nome di Piazza Boyl; ma il popolo non volle saperne e tornò ai due nomi antichi.

Piazza San Nicola. – E’ lo spazio che è dinanzi ed ai fianchi della Cattedrale. Nei primi lustri del secolo XIX era chiusa da un muro con due porte di accesso: una di fronte alla via Santa Chiara, l’altra di fronte al Seminario Tridentino. Il disegno di questa cinta può vedersi nel quadro dell’entrata di Gio. Maria Angioi, nel salone del palazzo provinciale. Il muro venne atterra-to nell’Aprile del 1829 in occasione dell’arrivo a Sassari del Principe Carlo Alberto. Nell’Aprile dell’anno seguente il Capitolo chiese al Viceré di rifarlo, ma gli fu risposto che la cinta sarebbe stata un nascondiglio di malfattori ed un ricovero d’indecenza e scandali abbominevoli in faccia alla chiesa.

Piazza Porta Nuova. – Questa piazza fu formata con la demolizione del gruppo di case che vi esistevano, prima che si aprisse, per comodità dei Gesuiti, la Porta Nuova. E’ un largo irregolare di nessuna importanza, frequentato anticamente dai soli forzati e dalle Guardie-ciurma che stanziavano nella vicina Galera, attigua al fabbricato del Collegio.

Larghi e Corti

Oltre le principali piazze antiche da noi menzionate. esistevano nei diversi rioni (e in gran parte esistono ancor oggi) molti spazi per lo più irregolari, a cui si dava il nome di Corti o Campi, e in latino Curie. Questi spazi erano comodi per la povera gente che abitava nei bassi quartieri e in quelli vicini alle muraglie. Quivi si raccoglievano le comari del vicinato. quivi si tenevano i circoli e le conversazioni e nei giorni festivi s’improvvisavano i balli. Passeremo in rassegna i principali.

Pozzo di villa. – Antichissima piazzetta triangolare nella parrocchia di S. Apollinare. Vuolsi che sia stata la principale piazzetta di Sassari, quando questa era un villaggio. E’ menzionato in antichi documenti sotto il nome di puig de villa.

Piazza dell’Ospizio. – Largo dietro la chiesa di S. Apollinare, dove nel 1654 fu eretto un Ospizio. –Piazza S. Croce. Largo nel sito dov’era la chiesa di questo nome, in vicinanza dell’attuale Seminario. –Corte del Vaglio. A poca distanza dal Pozzo di villa. Trovasi menzionata nel 1600 col nome di Corf de Vallo o de Vall. – Piazza Sisini (chiamata Susinu o Cort de Sisini in carte del 1636 e 1663) vicino alle muraglie, a poca distanza della via Turritana. – Corte delle campane: tra la chiesa di S. Sisto e quella di S. Donato. – Corte di S Giovanni-Piazza della Pedruscheddula – Corte delle canne-Corte di schiuma: – quattro larghi tra la via Turritana e la Porta Nuova:- Piazzetta del Duca: quella del Palazzo Ducale, oggi proprietà e stanza del Municipio. La piazza prese il nome di Piazzetta del Comune.

Lu Currali. – Questo battesimo (sebbene come ai larghi) si diede e si dà alla parte superiore della Via Turritana, ma è probabile che in antico fosse una Corte confinante colle muraglie. Abbiamo giá notato, che quando il sindaco supplicava nel 1614 il Parlamento perché fosse atterrata la casa che esisteva nel centro della Carra Grande, egli suggeriva di trasportare la misura (ossia la carra di pietra) in un luogo più adatto alla vendita del grano; e indicava el Corral.

Battesimi antichi e moderni

In tempo antico dovettero esistere altri larghi, o corti, scomparsi in seguito dietro la costruzione di edifizi religiosi o di beneficenza, di chiese o palazzi signorili – quali l’Università, il Collegio di Gesù Maria, il convento del Carmelo, il monastero di S. Elisabetta e delle Cappuccine, il Palazzo Ducale, l’Orfanotrofio, ed altri. Così pure molte denominazioni si saranno rinnovate col volgere dei tempi, com’è facile rilevare esaminando i documenti dei secoli XV al XVII.

Riporterò i nomi delle principali Corti, che io tolgo da carte del 1480, 1603, 1636 e posteriormente.

Nella parrocchia di S. Nicola (capilla de S. Nicolas) io trovo in atti dal 1530 al 1670: – Cort de lusurgio – de San Juan – Corte manna – Corte gran del Regente Papella – Cort de Buxeddu o buneddu – Corte de Vallo o de Vall – de Brigalla – de Mone – Cort de Don Francesco de Aquena – de Pedro Bilardi Sanna – Curia Francisci Corruger – de mastra Baingia de Sant’Anna – de Cicaneso, Zecaneso o Zicanesi – de mossen Bertulu Mannu-de Filighe.

Nella parrocchia di Santa Caterina (S. Cathelina) noto: Carra picina – Corte bianca – Cort de Susinu – Cort dove sta Juan Ant. de la Bronda – Cort de Mattè Furru – Corticola del Not.° Matè Farre (1499) – Cort o Curia de Jacomo Scano – de Catayna – de Paulachio e Paulazu – Campu de Furru (nel 1602 è detta di S. Hortulu) – Cort de la murighesa – Cort de Juan Antoni Tavera.

Nel rione di Sant’Apollinare: – Corte de Francisco Casagia- Campu de Furru – Corte de Cappellanu – Corte dessu Brunu.

Nel rione di San Sisto: – Cort de Francisco de Aquena -Cort de l’abat – Cort de Lesbio – Cort de su mudu (muto) -Cort devant Masellu – Corte dessu Trabuchu.

Nel rione di San Donato: – Cort de Juan Casachia qm – de Paulo Seque – Curia de Xarbelleto – Curia de lo Mascazo -Curia de Marino – Corte de Nicola Carta (1483).

Altre Corti senza indicazione di parrocchia: – Corte dessu Ulmu – Corte de Cambio Melone – Corte del Notaio Amorosu (1499).

Ed ora riporteremo le denominazioni delle Corti conservate fino al 1872, e cambiate in gran parte dalla Commissione del Censimento nello stesso anno:

Corte del colonnello Quesada – Piazzetta del marchese di San Sebastiano – Corte Viola – Corte del Fiore – Corte della Murighessa – Corte delle Campane – Corte dell’ Abbaddu -Corte larga – Corte de Schiuma – del Vaglio – di San Giovanni – Campo di Forru – Corte di Cognu.

Confronti il lettore le due schede, e vedrà quali sono le Corti più moderne e le ribattezzate.

Piazze moderne

Prima di passare alla rassegna delle vie, daremo un cenno sulle moderne piazze, formate dopo il 1848.

Piazzetta Azuni. – È l’antica piazzetta di S. Caterina, la cui chiesa venne demolita nel 1853. Nel centro vi sorge la statua di Domenico Alberto Azuni, inaugurata nel 1862.

Piazza dell’Ospedale. – Questa piazza fu tracciata dopo la costruzione del nuovo Ospedale Civile, ultimato nel 1848. Venne sistemata ed alberata nel 1899.

Piazza Cavallino. – È quella dinanzi alla Caserma, e ricevette il nuovo battesimo nel 1872, cinque anni prima che il vecchio castello venisse atterrato. Nel 1848 le si diede il nome della Costituzione, ma prevalse quello di Cavallino de Honestis, che fu Podestà di Sassari nel 1316. – Il livellamento di questa piazza venne deliberato nell’ Agosto del 1879; la sua alberatura nel 1890.

Piazza d’ltalia. – Lo spianamento di questa nuova e stupenda piazza venne deliberato dal comune il 12 Giugno del 1872, col preventivo di L. 14.000. L’opera fu affidata all’impresario Giovanni Secchi, mediante indennità di L. 12.000. – La piazza è quadrata, e misura cento metri per lato. – Il 31 Dicembre dello stesso anno, il Consiglio concesse gratuitamente l’area per l’erezione del Palazzo Provinciale. Di fronte a questo, nel 1878, venne costrutto l’altro di stile gotico dell’on. Giuseppe Giordano. – Siccome la livellazione della piazza non era perfetta, il Municipio nell’Ottobre del 1879 approvò il progetto dell’ingegnere capo Luigi Piga, al quale affidò la direzione del nuovo spianamento. Il 19 Aprile del 1899 venne inaugurata la statua di Vittorio Emanuele che sorge nel centro.