Sassari Italiana
1861. Re d’Italia
La nuova Camera fu convocata per il 18 febbraio, coi nuovi deputati delle provincie meridionali. Nella tornata del 14 marzo, essa votava ad unanimità, fra gli entusiastici applausi delle Gallerie, il seguente articolo: Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia. La legge fu proclamata il 17 marzo.
Date storiche
Faccio seguito al sunto degli avvenimenti più memorabili di storia italiana, dal 1861 al 1878.
1861. Marzo 27. La Camera proclama Roma Capitale d’Italia – Giugno 6, morte di Camillo Cavour.
1862. Agosto 29, Garibaldi è ferito ad Aspromonte.
1864. Settembre 17. Convenzione tra l’Italia e la Francia intorno allo Stato Pontificio.
1866. Giugno 18, dichiarazione di guerra fra l’Italia e l’Austria – Giugno 24 battaglia di Custozza – Novembre 4, le provincie di Venezia e di Mantova sono aggregate all’Italia.
1867. Novembre 3, battaglia di Mentana.
1870. Settembre 20, ingresso delle truppe italiane in Roma – Dicembre 23, la Camera vota la legge del trasferimento della Capitale da Torino a Firenze.
1871. Novembre 27, solenne inaugurazione del Parlamento italiano a Roma.
1872. Marzo 10, Morte di Giuseppe Mazzini.
1876. Marzo 18, avvenimento della Sinistra al potere.
1878. Gennaio 9, morte di Vittorio Emanuele II.
Lapide commemorativa
Dietro proposta del Sindaco, in seduta del 19 marzo, il Consiglio approva ad unanimità l’erezione di una lapide nel Cimitero, per commemorare i benemeriti concittadini sassaresi, caduti sui campi di battaglia, durante le guerre dell’indipendenza italiana. Per conoscere i nomi dei caduti viene incaricato il consigliere Avv. Soro Pirino.
Diverse
Il 10 giugno il Consiglio comunale decreta l’esecuzione di due busti in marmo, uno di Cavour (morto il 6) 1’altro di Garibaldi, da collocarsi nella sala comunale, dove fu già collocato quello del re Vittorio Emanuele – Il 20 stesso mese ebbero luogo nella Cattedrale i solenni funerali per la commemorazione di Cavour. In seduta del 12 settembre il Consiglio, dietro richiesta del Rettore dell’Università, accorda gratis il terreno per l’ampliamento dell’orto botanico.
Battaglione mobile
Con decreto dell’8 settembre il Circondario di Sassari venne chiamato a somministrare un battaglione mobile di Guardia Nazionale. Si formarono i Ruoli, che vennero consegnati al Maggiore Comandante avv. Nicolò Ferracciu, nominato dal Re. Il 13 ottobre si ripartirono i militi nelle diverse compagnie, si nominarono i graduati della bassa forza, e nei due giorni susseguenti si distribuì loro il corredo militare. Il V. Governatore pronunciò un lusinghiero discorso all’atto della ricognizione degli Ufficiali, del giuramento e della consegna della bandiera. Dovendo il Ferracciu trattenersi in Sassari per alcuni giorni, il comando del Battaglione fu preso momentaneamente dal Capitano Raimondo Azara. Ecco il quadro degli individui componenti l’ufficialità:
Stato maggiore: Maggiore Ferracciu Avv. Nicolò; Aiutante Maggiore Diez Michele Luogotenente; Medico di battaglione Umana prof. Pasquale; portabandiera Giordano Cav. Avv. Giuseppe, sottotenente. Capitani: Alivesi Cav. Antonio; Azara Raimondo; Quesada Cav. Antonio Gavino; Tealdi Avv. Antonio. Luogotenenti: Biddau Gavino, Casanova Avv. Placido; Sechi Luigi; Solinas farmacista Giuseppe. Sottotenenti: Cao Cav. Luigi; Cossu Avv. Gaetano; Martinetti Domenico; Murru Dott. Giacomo; Pilo Raimondo ff. Ufficiale contabile; Solaro Cav. Rafaele; Villaminar Angelo; Virdis Avv. Francesco.
Il 16 il Battaglione Mobile attraversava il Corso al suono delle musiche, fra le grida entusiastiche d’immensa folla. Partì da Portotorres la sera dello stesso giorno sulla fregata a vapore l’Ettore Fieramosca. Il 17 arrivò a Livorno; pernottò a Turrita, prese la strada della Chiana, attraversò Chiusi, Città della Pieve e Figulle, e giunse ad Orvieto il 22 verso le 4 di sera.
Il battaglione fu dappertutto fatto segno ad ovazioni entusiastiche, a gentilezze e cortesie infinite. Il Maggiore Ferracciu, arrivato ad Orvieto pochi giorni dopo, si ebbe dalle popolazioni molte dimostrazioni di simpatia ed affetto, insieme agli altri ufficiali. Insomma, la gita del battaglione Mobile di Sassari fu una continua festa, un continuo ricambio di saluti, gentilezze, cortesie.
Il Sindaco Don Simone Manca, lo stesso giorno della partenza del Battaglione, pubblicò un saluto affettuoso ai militi concittadini, a nome della Rappresentanza Comunale. «Il tricolore vessillo – egli disse – destinato a guidarvi nella via dell’onore e del dovere, riportatelo in patria incontaminato ed abbellito dalla stima e dalla simpatia delle popolazioni, con le quali vi troverete a contatto!».
A Chiusi il Battaglione ricevette una lettera dal Sindaco, in cui, fra le altre espressioni era questa: « – Una voce sinistra, accolta con mal celata compiacenza dai partiti estremi, fece non ha guari trepidare sulle sorti di una nostra più cara Provincia; ma breve fu la dolorosa incertezza, che le parole del primo Ministro della Corona, al Parlamento, e la ferma volontà dei sardi di voler essere italiani, pienamente rassicurarono gli affannosi animi nostri. Quando una popolazione come la sarda ha la coscienza dei propri diritti e della propria dignità non può essere soggetta a mercato!».
Diverse
Il Consiglio, in seduta del 18 novembre, discute un prestito di L. 50.000 per l’impianto della Corte d’Assise e per acquisto di terreni per le nuove Carceri cellulari e piazza d’armi.
1862. Diverse
Il Municipio, il 18 gennaio, delibera la costruzione di un nuovo Mercato, che venne inaugurato nell’anno seguente 1863.
Ritorno del Battaglione
Il 4 febbraio il Battaglione Mobile, lasciava Orvieto, ricevendo dappertutto le stesse dimostrazioni di affetto, inviti a pranzo e a splendide feste da ballo. A Firenze fu ricevuto dallo Stato Maggiore Generale della Guardia Nazionale con banda alla testa. Due giorni dopo fu passato in rassegna dal Generale De-Sonnaz, e ne ebbe elogi e congratulazioni; così pure a Livorno, dove sostò tre giorni.
Arrivato a Portotorres, sulla fregata l’Indipendenza, fu ricevuto da una rappresentanza del Municipio di Sassari e dal corpo degli Ufficiali della Guardia sedentaria .Là fu a tutti offerto un pranzo, dopo il quale essi si disposero per marciare verso Sassari.
La Giunta comunale aveva con pubblico manifesto invitato i cittadini a illuminare le loro case per ricevere degnamente i benemeriti fratelli; né la festa poteva riuscire più animata, o più entusiastica. II Battaglione arrivò a Sassari la notte del 14 febbraio; la folla era tanta che non permetteva al Battaglione di poter marciare. Erano andati incontro ai reduci tutte le autorità civili e militari; e Sassari non dimenticherà giammai l’emozione e l’entusiasmo di quel giorno solenne.
Furono raccolti e pubblicati in un volume tutti i documenti concernenti quella gita, la quale resterà sempre fra gli atti più gloriosi della città di Sassari.
Fra il Municipio d’Orvieto e quello di Sassari furono scambiate lettere bellissime, piene d’affetto, e di attestati di simpatia e di riconoscenza.
Il Sindaco Don Simone Manca invitò nella Sala del Palazzo Comunale tutti gli Ufficiali, ai quali fece un bel discorso e un lauto trattamento a proprie spese. Con gentilissimo pensiero, lo stesso Sindaco aveva disposto per quel giorno l’inaugurazione nella sala comunale dei due busti in marmo di Garibaldi e di Cavour, già deliberati in seduta del 10 giugno 1861.
Il Prefetto Daziani, ancor esso, preparò un sontuoso pranzo ed una festa da ballo nel proprio palazzo, dove fu cantato un inno d’occasione, composto dal Prof. Trombone.
Il Governo, in ricompensa dei servigi prestati, volle onorare l’intiero Battaglione Mobile, conferendo al suo Maggiore Avv. Nicolò Ferracciu le insegne d’Ufficiale dell’Ordine Mauriziano. Fu tanta la stima e la simpatia che il Ferracciu si acquistò in Orvieto, che gli elettori di quel collegio lo nominarono deputato al Parlamento nell’XI Legislatura.
Il 31 marzo ha luogo l’apertura della succursale della Banca Nazionale.
Un Fisco fra i condannati
Uno strano caso, che impressionò la popolazione, accadde a Sassari il giorno 30 Aprile. Tre condannati a morte, che erano rinchiusi nella gran torre del Castello, chiesero di parlare al Procuratore del Re (Cav. Carlo Costa) dicendo avere gravi rivelazioni a fare. Il Cav. Costa si recò dai condannati; ma ad un tratto questi lo afferrarono per le braccia, e togliendo dalle tasche un pugnale minacciarono di freddarlo se non otteneva la loro grazia. Furono vane tutte le promesse e tutti i tentativi per persuadere quei condannati; essi minacciarono di assassinare il Costa, se alcuno avesse tentato di penetrare nella loro cella. La situazione era critica, e durante la giornata furono escogitati diversi mezzi per togliere dalle mani di quei manigoldi il Procuratore del Re – non ultimo quello di gettare nella cella una bottiglia contenente non so qual ètere per farli addormentare di colpo.
Non fu che alla mezzanotte, e non senza fatica, che alcune autorità, penetrate nella cella, persuaderono i tre condannati a rilasciare in libertà il Costa, con lusinghe e promesse che la grazia non sarebbe mancata in grazia della loro umanità.
E i pugnali non erano altro che due semplici pezzi di legno! Inutile dire lo spavento provato dal povero Fisco durante tredici, o quattordici ore d’involontaria prigionia.
Si scioglie la Banda cittadina che si reggeva per pubbliche sottoscrizioni. Il Consiglio comunale, in seduta del 5 maggio, dopo viva discussione, (10 voti contro 8) delibera l’istituzione d’una Banda musicale sotto l’immediata tutela e amministrazione del Municipio.
Passeggiata
Il Municipio, il 23 maggio, delibera di terrapienare l’orto prospiciente all’Università per allargare il Giardino Pubblico e le passeggiate.
I Principi a Sassari
Il 6 giugno arrivano a Sassari i R. Principi Umberto e Amedeo. Gran folla curiosa accorse a vederli. Alle ore 6 pom. Tedeum al Duomo; alle 8 gran serenata con banda ed orchestra alla Prefettura (Palazzo Ducale) dov’erano alloggiati, e grande illuminazione per la città.
Il giorno 7 alle ore 8 ant., i principi si recarono in carrozza a visitare la campagna del Conte d’Ittiri. – Alle ore 3 di sera gran pranzo dal Prefetto, con banda cittadina. Alle 6 gran corsa di cavalli sullo stradone di S. Maria. I Principi assistettero alla corsa da un padiglione appositamente costrutto; essi vollero offrire tre premi a quei fantini ch’erano rimasti indietro nella corsa. – Alle 8 serata di gala nel Teatro Civico, con recita; gran concorso di signore, ed ovazioni continue.
Il giorno 8 alle 9 ant. i R. Principi vollero visitare l’Università, dove furono ricevuti con vivissime ovazioni – Alle 10 messa solenne nel Duomo. A metà della funzione il principe Amedeo fu colto da uno svenimento, cagionato da leggera indigestione. – Alle ore 2 pom. Essi partirono per Portotorres, dove s’imbarcarono sulla fregata a vapore che salpò il giorno dopo per Alghero.
In occasione della venuta dei Principi il Municipio di Sassari spese L. 4.603. 74.
Diverse
Il 13 agosto, per offerte pubbliche e private, s’inaugurò la Statua di Azuni nella piazzetta che porta il suo nome. V’intervennero tutte le autorità e la Guardia Nazionale. Si scoprì la statua al suono della banda cittadina. Alla sera illuminarie per la città.
Lo stesso giorno fu inaugurata nello scalone del Palazzo comunale la lapide monumentale per i morti di cholera nel 1855, in servizio del paese.
Il 6 settembre fu convocata l’Assemblea per la fondazione di un Circolo degli impiegati, per iniziativa del Cav. Giuseppe Giordano, che venne nominato Segretario. Il presidente provvisorio fu l’Avv. Cav. Nicolò Pasella.
Nelle tornate di novembre il Consiglio discusse i progetti dell’Acquedotto e dell’illuminazione a gas.
1863. Diverse
Il 1° gennaio fu inaugurata la Camera di Commercio ed Arti.
Nel 28 aprile si delibera l’apertura di comunicazione dal portico del Carmine allo stradone di circonvallazione.
Nel giugno si concede a Ignazio Merea l’uso dell’acqua di S. Maria per l’impianto d’uno Stabilimento di bagni.
Il 24 agosto ha luogo il solenne giuramento di concordia e segretezza di una società misteriosa che praticò degli scavi nella casa Satta, con la speranza di trovar tesori. Tutto il sottosuolo fu scavato in tutti i sensi, ma il tesoro è ancora a trovarsi!
Al suono della banda cittadina ebbe luogo al Duomo la solenne funzione del battesimo di un Ungherese ventenne, il cui padrino fu il sindaco Don Simone Manca.
Nel 14 dicembre il Consiglio concede a Fortunato Roux la facoltà di far ricerche mineralogiche nella Nurra. – Nello stesso mese fu accettato il progetto Roux e Balledyer per un acquedotto, che fu cominciato lo stesso anno.
1864. Diverse
Si discutono, in seduta del 23 luglio, due progetti presentati per l’illuminazione a gas; uno della Casa Laidland et fils di Torino – l’altro di Pasquale Quartino. Si accetta quest’ultimo.
Disordini
Il 22 e 23 agosto del 1864, dopo 22 anni di sosta, accaddero in Sassari nuovi disordini, i quali, se non finirono in scene di sangue, ebbero fatali conseguenze.
La legge sul dazio consumo, male accolta come tutti i dazi, aveva generato vive inquietudini e malumori nelle classi povere, e specialmente in quella dei zappatori che era la più colpita, per il prodotto del vino. Fu deliberato dai contadini di inviare un loro rappresentante a Torino per perorare, nelle sfere ufficiali, la revoca della legge. Il prescelto fu Antonio Luigi Mura, soprannominato Favarrustu, un vecchio e onesto zappatore, che vestiva l’antico costume degli avi. Per essere coadiuvato nella delicata missione, gli fu dato compagno Angelo Maria Garzia, un frate artista, per metà poeta, per metà pittore, e di sentimenti liberali.
I due ambasciatori ripartirono alla volta di Torino.
Il 21 agosto ebbero luogo le elezioni.
La mattina del 22 una moltitudine furente e minacciosa investiva il palazzo civico da’ suoi tre lati, gridando: abbasso il municipio, vogliamo i consiglieri nuovi! Ogni consiglio ed ogni persuasione tornò inutile per calmarli; talché dovette intervenire sul luogo una compagnia di linea. Un Commissario di polizia fece rullare i tamburi, ed ordinò le famose tre intimazioni per far sgombrare la folla.
La sera dello stesso giorno una nuova moltitudine attraversava le vie della città con due bandiere tricolori, gridando Viva lo statuto! Viva il re! Viva la Guardia nazionale!
L’indomani, 23, altra folla si riversò nel mercato, eccitando gli introduttori a rifiutarsi al pagamento del dritto di suolo.
Finirono quel giorno le dimostrazioni, ma per cominciare gli arresti, i quali ammontarono a circa quaranta, tutti fatti in fretta e in furia, con uno zelo da degradarne il Valentino ai tempi d’Angioi, e il Borsani al tempo della rissa coi bersaglieri.
Arrivati, pochi giorni dopo, il Favarrustu ed il frate da Torino, vennero anch’essi tratti in arresto, quasi fossero i capi di quella problematica rivoluzione, le cui cause furono molte e varie. Ventiquattro individui rimasero in carcere fino a che la sezione d’accusa della Corte d’Appello non ne ordinasse il rilascio con sentenza del 31 marzo 1865. Otto furono inviati alle Assise; dove, dopo aver ascoltato non so quanti testimoni, furono assolti dal Giurì, non convinto d’aver che fare con rivoltosi, né con rivoluzionari, ma bensì con dei capri espiatori.
Capri di chi? Ecco il solito nodo, e il solito ritornello.
Fu, ed è sempre destino di Sassari, di ascrivere ogni movimento popolare a delirio mazziniano o a febbre conservatrice. Il dazio sul vino era stato un pretesto per sfogare antiche bizze di partito, o malumori per mene elettorali. Diversi opuscoli furono pubblicati in proposito, e sempre disparati fra loro. Il partito radicale, in uno scritto col titolo: i moderati turbolenti, tentò dimostrare, come le piazzate del 22 e 23 agosto fossero frutto, forse in parte non previsto, di mene moderate. Il cav. Passino, nelle sue Pagine Storiche, volle invece che le piazzate si dovessero ai mazziniani, i quali volevano cogliere il destro per piantar la repubblica. Egli scrisse: fu quello un arcano che diede agli ignoranti cospiratori fama incontrastata di abilità rivoluzionaria.
Il Garzia, uscente di carcere, pubblicò un suo scritto la mia cattura; dove tentò dimostrare l’illegalità e l’arbitrio del suo arresto. Fatto è che nel dibattimento non si potè nulla racapezzare: tutto sfumò al solito in una bolla di sapone; e siccome si aveva sotto chiave un pugno di zappatori, fu dato a questi il nome di capri espiatori, tanto per dire qualche cosa.
Le, cause però, c’erano, ed erano complicate; bisognava ricercarle nel sindacato, nel consiglierato, nel cozzo tra vecchie e nuove idee, nei rancori antichi, nella nervosità della Società di Mutuo soccorso che subiva continue trasformazioni, nei puntigli degli operai in disaccordo fra loro, nella tenacità dei conservatori, nell’impazienza dei radicali, e in quel bisogno continuo di agitarsi che è nella natura dei sassaresi.
Ho accennato a questi fatti, perché di essi si fece gran chiasso; non posso però fermarmi su essi perché non lo devo. Sono avvenimenti sui quali dovrà pronunciarsi la Storia – questa povera storia a cui affidiamo sempre l’ignoto, l’indecifrabile, l’indiscutibile; questa povera storia che noi sempre invochiamo, quando non sappiamo spiegare certe cose, quando non vogliamo addossarci la responsabilità, o quando abbiamo paura di dire qualche corbelleria. Come farà la povera storia per uscir d’impaccio? Ci pensi lei!
1865. Diverse
Il 28 gennaio si concede dal Municipio il terreno alla Società delle Ferrovie sarde, mediante diverse condizioni.
Il 1° Aprile, dietro invito del Municipio di Cagliari, il Consiglio comunale concorse per L. 60 al monumento da erigersi in quel camposanto al pittore sardo Cav. Marghinotti, di recente deceduto.
Il giorno 3 dello stesso mese il Consiglio, dietro proposta del Sindaco Usai, approva ad unanimità di redigere un memoriale per implorare dalla clemenza del re un’amnistia per quei cittadini che, avendo preso parte ai moti del 22 e 23 agosto, si trovavano tuttora in carcere.
Il 14 maggio inaugurazione del Liceo Azuni con intervento delle Autorità, e banda cittadina. Alla sera musica in piazza Azuni, la cui statua era illuminata.
Il 27 maggio deliberazione di acquistare la casa del Duca di Vallombrosa, situata in Carra grande, per adattarla col tempo a Palazzo Civico e nuovo teatro, secondo la proposta di Don Simone Manca. Il prezzo di acquisto fu di lire 45.000, pagabili in sei rate annuali.
Nello stesso mese fu deliberata la formazione del gran viale nel giardino pubblico per le carrozze e i cavalli di lusso – nonché l’apertura della Porta di S. Antonio.
Nel luglio e nell’agosto si prendono misure sanitarie per timori del cholera.
Il 16 luglio la città fu impressionata per la morte del parrucchiere Valerio, il quale, disperato della sua lunga malattia, si precipitò sulla strada dalla finestra della sua casa, in piazza Azuni. Morì sul colpo.
Il 14 novembre si deliberò la definitiva abolizione dei portici in Piazza d’Italia e lungo la strada nazionale, oggi Via Roma.
1866. Diverse
(1° aprile). Inaugurazione al Giardino pubblico dei busti dei quattro poeti Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso.
Il 29 aprile solenne giuramento dei Coscritti nella chiesa di Santa Catterina. Alla mezzanotte del 4 maggio partì il residuo del Battaglione coi soldati della seconda categoria. La banda cittadina li accompagnò suonando l’inno Fratelli d’Italia, fra gli applausi della popolazione. Nei giorni 11, 14, 18, 22, 25, 28, altra partenza di coscritti e contingenti, preceduti dalle musiche e seguiti da una folla plaudente. La società filodrammatica recitò nel teatro civico a favore delle famiglie dei contingenti.
In seduta del 12 maggio il Consiglio comunale delibera un sussidio alle famiglie povere dei militari chiamati sotto le armi, nonché vari premi a quelli che più si sarebbero distinti nelle future campagne.
Il 30 maggio si torna a discutere sulla necessità di costrurre un Lazzaretto nel Trabuccato, in preveggenza di una visita del cholera.
Il 20 di luglio fu solennemente inaugurata la illuminazione a gas, che riuscì splendidamente. Gran concorso di popolo, e musica durante l’accensione.
Il 22, giuramento della Guardia Mobile di Sassari nella Chiesa di S. Catterina. Nell’agosto partenza di un distaccamento della medesima per Alghero, e nel settembre per Tempio.
Alla sera del 29 ottobre arrivò il battaglione dei Bersaglieri, che fu ricevuto gentilmente. Alle sei gran pranzo agli ufficiali della medesima, offerto dall’Ufficialità della Guardia mobile. Per certo si volevano cancellare i ricordi del ‘52!
Il giorno 4 novembre, festa per il ricevimento della Commissione della Venezia. Illuminazione dei pubblici edifizi, banda, e serata di gala al Teatro Civico.
In seduta del 16, il Municipio delibera di chiedere l’infermeria degli Osservanti per l’Asilo Infantile, il Convento dei Cappuccini per l’Ospizio di S. Vincenzo, e il Convento degli Osservanti per un ricovero di Mendicità.
Il 26 dicembre si deliberò di dar mano ai lavori pubblici per dar pane alle classi operaie, le quali versavano in istrettezze.
1867. Diverse
Il 4 e il 15 gennaio si deliberò la domanda del Convento dei Minori Conventuali e del Collegio degli Scolopi per uso delle scuole elementari.
Il 12 gran serata al Civico per il monumento d’Eleonora d’Arborea in Oristano.
Il 22 marzo si discute sulla scelta del terreno per uso della polveriera.
Il 4 marzo incendio della casa Tiscornia, alle 4 del mattino. Accorsero i bersaglieri e molti cittadini, e riuscirono a spegnere il fuoco alle 10, dopo sei ore. Il danno fu calcolato in L. 20.000.
L’8 maggio il Municipio aderisce perché i libri, appartenenti alle soppresse corporazioni religiose, vengano ceduti alla Biblioteca dell’Università – Solenne riunione nell’aula dell’Università la mattina del 20 per l’inaugurazione del nuovo metodo d’insegnamento. Vi concorsero tutti i maestri elementari della provincia.
Il 28 maggio fu aggredita, fra Macomer e Bonorva, la diligenza partita da Sassari. Vi fu ucciso il luogotenente dei bersaglieri Negri, e ferito il conduttore Stefanopoli. Due francesi, negozianti di bestiame, furono depredati di circa 70mila lire. Degli aggressori uno rimase sul terreno.
Il 23 settembre fu fermata a Sassari la diligenza in arrivo, e vennero sottoposti a suffumigio i passeggieri, per la voce sparsa che il cholera fosse scoppiato a Cagliari. Verificatasi1’esistenza di alcuni casi a Cagliari, il 19 si costrinse la diligenza a recarsi al Convento di S. Pietro, dove i passeggieri scontavano nove giorni di quarantena.
Il 22 ottobre è memorabile per il terribile incendio della casa Bossalino, in piazza Azuni. Fu bruciata più della metà della casa; gli inquilini dovettero fuggire in camicia, per salvarsi. Per fortuna non si ebbe a lamentare che una sola vittima: una povera serva di 15 anni che fu trovata asfissiata dietro una porta. L’incendio scoppiò alla una dopo mezzanotte, e non si riuscì a spegnerlo completamente che alle ore sei di sera.
Il 1° novembre, dietro un dispaccio che annunziava il passaggio delle frontiere, fatto dalle truppe italiane, il Sindaco Usai ordinò alla banda cittadina di percorrere le vie della città in segno di esultanza.
Nel 24 di novembre messa funebre nella Cattedrale, in suffragio dei fratelli Bonomo di Biella, impresari delle nuove carceri di Sassari e del Porto di Bosa. Erano morti annegati in quest’ultima città, il 12 novembre.
1868. Diverse
I1 2 aprile ebbe luogo una solenne funzione funebre nella Chiesa dell’Università, in memoria dell’illustre storico sardo Giuseppe Manno. V’intervenne la Giunta, il Corpo accademico ed altre autorità.
Il 22 aprile illuminarie e feste per le nozze dei Reali sposi Umberto e Margherita di Savoia. Il Municipio distribuì ai poveri la somma di L. 500, in tanto pane.
In questo mese vi fu una terribile invasione di cavallette che danneggiò tutte le campagne. In soli 5 giorni si raccolsero 500 cantara di cavallette, che furono pagate dal Municipio a 30 centesimi la libbra. La quantità era così enorme, che dal giorno 26 ne fu ribassato il prezzo a 10 centesimi. Il Municipio, in seduta del 25 maggio, deliberò di chiedere al Governo un sussidio per le spese da esso fatte.
Il 15 maggio ebbe luogo nello stabilimento degli stalloni l’esposizione dei migliori cavalli e cavalle. II maggior numero di premi li riportarono i proprietari di Osilo. Ebbe il primo premio una cavalla del Cav. Uras, sindaco di Bosa; il secondo un puledro di Romeo Branca di Sassari.
Il 25 si delibera l’apertura della strada, nella cosìdetta Corte di Sisini.
Il 5 luglio partiva la Deputazione per le Ferrovie sarde, eletta nel Meeting ch’ebbe luogo al Teatro Diurno. Fra i membri nominati erano il Marchese di S. Saturnino, l’avv. Antonio Tealdi e il cav. Salvatore Solinas rappresentante il Tribunale di Commercio. Essa fece ritorno a Sassari la sera del 31, fatta segno alle dimostrazioni della popolazione, con musiche, discorsi, ecc.
Con R. Decreto 16 luglio il Comizio Agrario di Sassari è costituito in ente morale.
Il 25 stesso mese fu ferito mortalmente il maresciallo dei carabinieri Piras, mentre s’incamminava a Sorso, insieme al suo capitano, per ispezione. Gli fu data una fucilata da una macchia. Trasportato a Sassari, morì la mattina del 27 all’ospedale militare, compianto da tutta la popolazione, che lo stimava molto. Gli furono fatti solenni funerali, ai quali presero parte la banda, i sotto ufficiali dei Bersaglieri tutta l’ufficialità dei Carabinieri, Procuratore del Re, ecc. ecc. Un’immensa folla assisteva ai funebri, che furono veramente imponenti.
Il 1° agosto, apertura della succursale della Banca del Popolo.
Alle 9 di mattina del giorno 24 agosto scoppiava a Cagliari il Polverificio, e fra le molte vittime era compreso il Capitano medico Cesare Crispo, di Sassari, il quale, per caso, era andato a visitare la polveriera.
In seduta del 20 novembre il Consiglio comunale votò un concorso per rimpianto del Ricovero di Mendicità.
1869. Diverse
Col 1° Gennaio s’istituiti a Sassari una Società di scherma, con gabinetto di lettura. Vi accorsero numerosi soci, ed ebbe vita florida. Dal 1° luglio al 1° ottobre si sospesero le esercitazioni per misure igieniche.
La mattina del 13 febbraio, alle ore 6, fu condotto al patibolo il contadino Truddaiu di Chiaramonti, d’anni 36. Per imperizia del nuovo boia, ebbe una lunga agonia, perocché, non potendolo appiccare alla forca, lo legò alla scala e lo strangolò in un modo barbaro. Fu l’ultimo giustiziato a Sassari! Dopo quel giorno fu risparmiato ai sassaresi il triste spettacolo della forca.
Il 16 il Consiglio deliberò l’ampliamento del Cimitero per la sepoltura degli Accatolici.
Commissione d’inchiesta
Alle 5 pom. del 10 marzo arrivò a Sassari la famosa Commissione d’inchiesta, seguita da molte carrozze e da numeroso codazzo di cittadini che le andarono incontro. La Commissione era composta di Depretis, Sella, Tenani, Ferracciu e Mantegazza. Il Sella era rimasto nell’interno dell’isola. Presero alloggio all’Albergo dell’Unione, in piazzetta Azuni, dove la banda municipale fece loro una serenata. All’indomani fu loro offerto un pranzo dal Consiglio Provinciale, nel palazzo della Prefettura. Il 12 visitarono l’Università, le Carceri, le Scuole e l’Ospedale Civile. Il 13 alcuni membri si recarono in Alghero, gli altri a Sorso. Il 14 alle 7 ebbe luogo il pranzo loro offerto dal Municipio in una sala del Circolo Sassarese. Il 15, alle ore 4 del mattino, partirono. Inutile dire – perché tutti lo sanno – che la Commissione d’inchiesta non apportò nessun benefizio, perocché si aspetta ancora la sua famosa relazione!
Diverse
Nel 17 marzo arrivò a Portotorres il principe prussiano Wittgenstein in compagnia del Duca dell’Asinara. Si recò col suo seguito alla Cruca con l’intenzione di comprarla per conto di Garibaldi. Dicesi che non fu convenuto nel prezzo col proprietario Cav. Simplicio Maffei.
Il 12 maggio il Municipio di Sassari, dietro invito di quello di Alghero, concorre per il Monumento da erigersi in quella città allo storico Giuseppe Manno.
Nel 13 maggio il Municipio dà principio alla costruzione di un recinto per l’ammazzatoio.
Il 14 arriva a Sassari Quintino Sella, ch’era rimasto nell’interno dell’isola per i suoi studi mineralogici. Fu l’unico della Commissione d’Inchiesta che apportò qualche beneficio alla Sardegna.
Il 23, lo scultore romano Gaetano Bernardini comincia le lezioni gratuite di disegno in ornato e plastica in marmo e in legno, a tutti gli adulti che vorranno approfittarne, specialmente agli artigiani. Il 9 novembre regala al Municipio un basso rilievo ov’è rappresentata la storia delle belle arti. Nell’ anno seguente si apre questa scuola, a spese del Municipio, sotto la direzione dello stesso Professore.
Si eseguiscono nello stesso mese i due serbatoi d’acqua del Giardino Pubblico, con le spese di rappresentanza del Sindaco Usai.
Il 28 maggio è di passaggio in Sassari Ricciotti Garibaldi. Dopo alcuni giorni parte per Cagliari – I1 31 arriva a Sassari il Maggiore del Genio F. Pescetto, ex Ministro della Marina.
Nel giugno si fanno pratiche per la demolizione dell’antico castello di Sassari, che venne poi atterrato nel 1873.
Il 1° agosto fu inaugurato il piccolo zampillo del Giardino pubblico.
Con Decreto del 9 agosto il Ricovero di Mendicità è eretto in ente morale.
Il 30 ottobre ebbe luogo il sontuoso funerale del Cav. Francesco Porcellana, Maggiore in ritiro, ed ex colonnello della Guardia Nazionale.
Il 6 dicembre il Municipio instituì una compagnia di Pompieri.
Il 29 dicembre ebbe luogo una seduta nelle sale della Società di Mutuo Soccorso per l’impianto d’una Società Filarmonica d’incoraggiamento.
Nello stesso mese di dicembre avvenne in Portotorres un maremoto; il quale fece tanto ingrossare il mare, che esso arrivò sino all’ingresso della Caserma dei Finanzieri.
1870. Diverse
Nelle sedute del 2 e 9 gennaio fu definitivamente costituita una Società filarmonica in Sassari, sotto la direzione di Luigi Canepa. A presidente fu eletto Pietro Saccomanno.
Il giorno 7 gennaio ebbe luogo la inaugurazione della Società dei Giovani sardi. Vi fu musica e ballo.
Alle ore 3 di mattina del giorno 18, vi fu una forte scossa di terremoto, che venne sentita da molti cittadini.
Il 16 febbraio ebbe luogo la solenne apertura della succursale dell’Asilo Infantile nel locale dell’Infermeria dei Padri Osservanti. La funzione ebbe luogo nella chiesa di S. Appollinare coll’intervento del Prefetto, Municipio, autorità, e immancabile banda cittadina.
Il 17 marzo festa al Liceo Azuni per la commemorazione dei celebri Pensatori italiani.
Il Municipio, il 19 marzo, chiede alla Città di Cagliari le spoglie dell’illustre sassarese Domenico Alberto Azuni, colà seppellito – Cagliari risponde negativamente.
Il 2 maggio, nel teatro diurno, si tenne un Meeting popolare sotto la presidenza dell’Avv. Soro Pirino, per protestare contro la soppressione dell’Università di Sassari. Furono fatti molti discorsi.
Il giorno 21 maggio, nell’Aula dell’Università, ebbe luogo la solenne inaugurazione della Società Filarmonica impiantata per opera del Maestro Luigi Canepa. Dopo la lettura di due bellissimi discorsi, uno dell’Avv. Girolamo Pitzolo e l’altro del Prof. Stanislao Mercantini, furono eseguiti sei pezzi. Le scuole furono aperte nella casa Tanda.
La sera del 12 settembre ebbe luogo una dimostrazione popolare per Roma. La banda cittadina percorse le vie della città suonando la Marcia Reale e l’Inno di Garibaldi, seguita da una folla entusiastica. Il domani sera altra dimostrazione più rumorosa. Pervenuta il 20 settembre la notizia telegrafica dell’entrata in Roma delle truppe italiane un’onda di popolo, con bandiere e con musica, fece il giro della città al grido di Viva Roma, Viva il Re, Viva Garibaldi! La città era tutta imbandierata, e a sera illuminata.
Alle ore 7 pomeridiane del 25 ottobre un bellissimo spettacolo si offerse agli occhi della popolazione. Il cielo infuocato rischiarava tutte le case e le vie. Era l’Aurora Boreale, che molti ignoranti spiegarono come il segno dell’ira celeste per l’entrata in Roma.
Il 5 novembre vi fu musica nella via degli Scolopi, dove accorse molta gente. Era l’inaugurazione della Scuola di Agricoltura.
La sera del 17 ebbe luogo un’ accademia letteraria nel Teatro Civico, a benefizio del Monumento di Eleonora d’Arborea, da erigersi in Oristano. Furono letti discorsi e poesie, e concorsero gratuitamente alla serata la banda, l’orchestra, e gli allievi della Società Filarmonica.
Il 25 novembre il Municipio concorre per l’impianto del Gabinetto d’Anatomia patologica nell’Università. Il 26 dicembre si stabilisce a Sassari una Società bacologica.
1871. Diverse
In seduta del 18 marzo il Sindaco partecipa al Consiglio l’adesione del Governo per la temporanea cessione della chiesa e residuo del Convento del Carmine al Municipio.
Il 22 marzo si apre al pubblico la Banca Agricola Sarda fondata dal cittadino sassarese Gio. Antonio Sanna.
In seduta del 10 maggio il Consiglio delibera rimostranze al Ministero di Agricoltura e Commercio perché non vada fallito per opera del Governo il progetto del Generale Garibaldi sulla colonizzazione e bonifica dell’isola di Sardegna.
La sera del 13 si discute dal Municipio sulle misure da prendere in vista della ricomparsa delle cavallette.
Nella stessa seduta si discute il disegno e calcolo della tettoia di ghisa del Mercato.
Il 1° luglio gran Serata nel Teatro Diurno a benefizio del Ricovero di Mendicità, con produzioni e poesie appositamente scritte dal Prof. Mercantini ed Enrico Costa; e con concerto eseguito dal maestro Luigi Canepa e Gaetano Pieroni. Immensa folla.
Il12 agosto si discute la domanda sulla cessione del terreno fatta dalla Società delle Ferrovie per la Stazione di Sassari. Si ritorna sul progetto della Stazione nella seduta del 6 novembre.
Il giorno 13 agosto gran tombola nel Giardino pubblico a benefizio del Ricovero di Mendicità. Alberi di cuccagna, ascensione di palloni, musica, ecc. ecc. Concorso numeroso di cittadini.
Il 3 settembre solenne premiazione degli allievi della Scuola di disegno nell’Aula dell’Università, con musica, ed un discorso preliminare del Prof. Bernardini.
Il 10 novembre fu dal Municipio nominata la Commissione pel riordinamento della Banda cittadina.
Il 13 instanza per ottenere dal Demanio il Convento delle Monache di S. Chiara.
Il 22 Impianto del servizio notturno farmaceutico.
Il 18 dicembre il Municipio concorre per L. 100 alla coniazione di una medaglia d’oro all’illustre Archeologo Spano.
1872. Diverse
Il 3 gennaio dimissione del Corpo Pompieri. Il 21 gennaio si pubblica il numero di saggio della Giovine Sardegna, che venne sequestrato.
La sera del 24 febbraio, in piazza Castello, altercarono fra di loro due studenti dai 16 ai 18 anni. Uno di essi ferì al collo l’avversario con un temperino; trasportato alla farmacia Solinas vi moriva dopo pochi minuti. Sensazione in paese. L’estinto chiamavasi Emanuele Satta Musio, di Nuoro.
Il 1° maggio apertura del Banco di Sassari.
Morte di Mazzini
A Sassari fece viva impressione la notizia pervenuta il 10 marzo, della morte di Giuseppe Mazzini. La domenica 17 vi fu meeting al Teatro Diurno, dove si fecero discorsi dai seguaci delle dottrine del gran maestro. In seduta del 19 fu letto al Consiglio il seguente telegramma che la Giunta aveva deliberato spedire al Sindaco di Genova: « – La Giunta Municipale di Sassari, deplorando la morte di Giuseppe Mazzini, precursore della Libertà, Unità, ed Indipendenza d’Italia, si associa al lutto comune, che nell’Isola di Sardegna diventa un tributo di riconoscenza e di ammirazione a Colui che sempre si mostrò ne’ suoi scritti strenuo difensore de’ suoi diritti». (Sottoscritto dall’Assessore anziano Pisano Marras)- Il Consiglio, ad unanimità, ringraziò la Giunta del felice pensiero.
A proposito di Mazzini riporto la lettera scritta dal medesimo ai fanciulli Elvira ed Ausonio, figli dell’Avv. Soro Pirino, in risposta ad altra dagli stessi speditagli il 19 marzo 1870, e riportata più tardi dall’Unità Italiana, insieme ad una lunga lista di oblatori sassaresi per l’Apostolato del sommo italiano.
Miei giovani amici,
Non posso rispondere a tutti i buoni che da molte parti d’Italia aiutano il mio apostolato: ma sento il bisogno di rispondere due linee a voi, cari ignoti fanciulli. Vi sono riconoscente del vostro aiuto: ma più assai della vostra buona, ingenua letterina.
L’abbraccio dell’infanzia e della vecchiaia mi è sempre sembrato una cosa santa: un raggio d’innocenza, di speranza, di fede comunicato dalla vita crescente alla vita che fugge. Ma la vostra parola di fiducia e d’incoraggiamento venuta a me lontano, personalmente sconosciuto, da voi fanciulli buoni, senza saperlo e che amate la patria e me, senza calcoli, senza interesse, unicamente perché Dio v’ha messo un istinto d’amore nell’anima, mi ha fatto un bene che io non posso esprimervi, né voi ora potete intendere. M’è giunta in uno di quei momenti di stanchezza e di sconforto che visitano talvolta chi ha dovuto correre un lungo e penoso viaggio, e mi ha diffuso intorno un senso di franchezza, di forza rinnovata, di ringiovanimento che durerà. M’è parso, leggendo, come se l’ali di due angioletti s’agitassero per accarezzarmi e proteggermi, intorno a me.
Rimanete tali per lunghi anni. Conservate crescendo la impronta dell’angelo, l’amore puro, ingenuo, disinteressato. Amate la vostra patria che è l’Italia, la vostra culla che è la Sardegna, la povera, la buona e leale Sardegna che i Re hanno sempre tradita e che non risorgerà se non sotto una bandiera di popolo. Amate i parenti che hanno protetta e proteggono la vostra giovane vita: gli amici che vi circondano d’affetti e di cure: i buoni che lavorano pel bene del paese: quei che soffrono abbandonati ed hanno più degli altri bisogno d’amore: Dio in essi tutti. E amate sempre anche a me. Il vostro amore m’aiuterà a durare sino all’ultimo sulla buona via.
Io non vi vedrò probabilmente mai sulla terra, ma rileggerò di tempo in tempo la vostra letterina, e amerò sempre la vostra, troppo e immeritamente negletta, Sardegna.
Addio; abbiate un bacio dall’anima del vostro
25, 4. 70
Giuseppe Mazzini.
Ferrovia
Il 31 marzo, alle ore 11 ant., si fecero le prime prove della macchina sul binario da Sassari a Portotorres – L’8 aprile la banda cittadina suonò al banchetto della Società delle Ferrovie sarde.
Il 9 aprile ebbe luogo l’inaugurazione del tronco Sassari-Portotorres, a cui assisteva una folla di cittadini, la maggior parte dei quali per la prima volta vedevano una locomotiva. Il treno uscì dalla Stazione alle 9 ant.; nei vagoni erano le autorità, nonché la banda cittadina. Arrivati a Portotorres, si recarono tutti alla chiesa di S. Gavino dove venne cantato il Tedeum; indi si sedette a banchetto, dove si fecero diversi discorsi, fra i quali uno del Prefetto – Alla sera il treno fece ritorno a Sassari, aspettato vivamente da una folla plaudente che salutava il fausto avvenimento.
Consagrazione
La mattina del 14 gran concorso alla Cattedrale, dov’ebbe luogo la consagrazione dell’Arcivescovo di Sassari, Don Diego Marongiu, celebrante Monsignor Filia. Una folla immensa e la banda cittadina lo accompagnarono sino a casa. Nella tornata del 6 il Sindaco aveva dato lettura di una lettera di Monsignor Marongiu in data del 4, con la quale, dopo aver partecipato al Municipio il giorno della consagrazione, chiedeva l’appoggio del Consiglio comunale, interprete della popolazione: la quale dalla religione e dalla morale aveva sempre attinto i sentimenti del buon ordine e della tranquillità. Il Consiglio accolse la lettera di Monsignor Marongiu con vivi segni di simpatia e di affetto.
Diverse
Il 1° maggio si pubblicò il numero di saggio della Gazzetta di Sassari, il primo giornale quotidiano sassarese, diretto dall’Avv. Francesco Mariotti. La regolare pubblicazione cominciò dal giorno 15. Durò cinque anni circa.
Il 22 il Consiglio – con 5 voti contro 5 – niega il concorso al Monumento del Generale Efisio Cugia, da erigersi in Cagliari; e ciò perché taluni osservarono che bisognava lasciare alla storia il giudizio imparziale e spassionato degli uomini come il Cugia. Vi fu ancora chi credette quella domanda di carattere politico.
In tornata del 12 giugno si delibera lo spianamento della Piazza d’Italia, la cui spesa ascende a L.14.000.
Il 14 la Società bacologica domanda al Municipio la cessione d’ un terreno presso al Giardino pubblico.
Il periodico La Giovine Sardegna, nel suo N. 23, in un articolo intitolato Coscritti, qualificò livrea la divisa dell’Esercito. Gli ufficiali residenti a Sassari chiesero riparazione al Direttore del Giornale. – B. Delitala, il 10 luglio, si battè col Tenente Colonnello Conte di S. Elia, rappresentante la milizia di Sassari.
Il 28 luglio ebbero luogo le elezioni comunali, favorevoli ai moderati.
Con Decreto del 6 settembre è sciolto a Sassari il Consiglio Provinciale – Il 15 ottobre il Prefetto Mezzopreti, favorevole ai progressisti, pubblica la sua lettera di congedo. Lo sostituisce il famoso Serpieri, energico sino all’esagerazione.
Il 9 novembre l’Arcivescovo Mons. Marongiu scrive al Municipio sulla convenienza che venga costrutta una chiesa nelle Appendici. Il Municipo risponde favorevolmente.
Il 20 dicembre si scioglie il Circolo dei negozianti; dicevasi per questioni finanziarie, ma pare invece per screzi e malumori nati per ragioni di suscettibilità.
Nel dicembre Francesco Bottero di Cuneo parla della fondazione nella Cruca d’una fabbrica di vetro e cristalli, mediante Società, col capitale di un milione, ripartito in tante azioni da L. 250. Dice che il capitale è quasi tutto sottoscritto, e invita il pubblico alla sottoscrizione, promettendo che le azioni daranno oltre al 30 per cento di frutto.
Il 30 dicembre si comunica ai consiglieri la cessione ottenuta del Convento di S. Pietro per il Ricovero di Mendicità.
Il 31 il Consiglio Comunale deliberava di cedere l’area gratuitamente per l’erezione di un Palazzo Provinciale, nella piazza d’Italia.
1873. Diverse
La Società di Mutuo Soccorso, con la relativa bandiera, nonché moltissimi amici preceduti dalla banda cittadina, la sera del 10 gennaio si recano incontro al Maestro Luigi Canepa reduce da Milano, dov’ebbe un felice successo la sua prima opera in musica David Rizio, dramma lirico di Enrico Costa. Dopo aver sostato nelle sale della Società, dove si fecero dei discorsi, il Canepa fu accompagnato a casa dagli amici e dalla musica, con vive dimostrazioni di simpatia. Alla sera gli si offrì una serenata.
Il 1° marzo apertura della Banca Commerciale Sarda. Poco dopo veniva istituita la Banca Commissionaria.
Il 18 giugno si discute in Consiglio un nuovo progetto dell’acquedotto, presentato dall’ingegnere francese Stefano Maubert.
Il 23 luglio si delibera la cessione gratuita di 2.000 metri quadrati di terreno per una nuova polveriera in Baddimanna.
Esposizione
Nel 17 agosto ebbe luogo la solenne apertura della Seconda Esposizione Sarda in apposito locale, adiacente all’Ospedale Civile. V’intervennero tutte le autorità civili e militari. Il Presidente del Comitato, Comm. Pasella, inaugurava l’apertura con un bel discorso; presero in seguito la parola e pronunziarono forbiti discorsi il Prefetto Serpieri ed il Deputato Pasquale Umana. Dopo di che, fu invitato il pubblico a visitare le diverse sale, disposte e preparate con gusto squisito.
La sera del 18 la banda suonò nella piazza dell’Esposizione; e fu cantato da vari dilettanti ed allievi bandisti un Inno d’occasione.
La sera del 22 grandi fuochi d’artifizio, opera di Pietro Tincolini di Livorno, che costarono 3.000 lire.
Si aprì in quest’occasione, il Teatro Civico per uno straordinario corso di rappresentazioni del David Rizio, del Maestro Canepa. La prima recita ebbe luogo il 16 agosto: l’ultima il 15 settembre.
Ecco alcuni dati sull’Esposizione.
Il Comitato esecutivo, (nominato dall’Assemblea degli Azionisti l’8 di ottobre 1872) riusciva così eletto: – Gio. Antonio Sanna, presidente; Solinas Cav. Salvatore, presidente della Camera di Commercio; Cav. G. Borgnini, Ingegnere Capo della Provincia; Cav. S. A. De-Castro, R. Provveditore agli Studi; Angioy Cav. Giuseppe; Quesada Cav. Antonio Gavino; Canneto Prof. Giuseppe; Passino Cav. Giuseppe, Segretario; Vallerò Avv. Stefano, Vice Segretario. Avendo però il Gio. Antonio Sanna rinunziato alla presidenza, fu nominato in sua vece il Comm. Nicolò Pasella.
I diversi Gruppi che formavano l’Esposizione erano 21, cioè: Prodotti agricoli – Prodotti forestali – Animali – Prodotti animali – Alimenti, bevande e condimenti – Materie tessili, tessuti e pizzi – Pelli, peli, e loro prodotti – Vestiario e calzoleria – Lavori di paglia, fieno e vimini – Lavori di cartoleria e tipografia – Argille e lavori ceramici – Minerali – Preparati chimici farmaceutici, ed altri prodotti industriali – Macchine, arnesi rurali, armi, strumenti chirurgici e lavori in metallo – Vetture e carri – Lavori di belle arti – Strumenti di musica – Lavori donneschi di cucito, ricamo, ecc. – Fiori e frutta.
Gli espositori, secondo i numeri di catalogo, furono 543. Gli oggetti esposti oltre 3.000.
Furono conferite dai diversi Giurì moltissime medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, nonché menzioni onorevoli. I malumori però furono molti, come accade in quasi tutte le esposizioni del mondo.
Il Rendiconto presentato dal Cassiere del Comitato fu il seguente.
Entrata. Concorso Provincia L. 9.860; Concorso Comune di Sassari L. 5.000; Concorso Provincia di Cagliari, L. 5.000; Concorso Governo L. 3.000: Concorso Camera Commercio L. 500; Concorso Comizio Agrario L. 500; Concorso comuni e stabilimenti di credito L. 1.265; ammontare azioni vendute, L. 3.140; ricavo della vendita dei biglietti d’ingresso, L. 4.325. 50; prodotto beneficiata in Teatro, L. 152. 72; frutti delle somme depositate alla Banca del Popolo, L. 457. 93 – Totale entrata L. 33.201. 15.
Spese. Adattamento, pitturazione e addobbo locali, compresi gli scaffali e i banconi, L.19.535. 93; Stampati e oggetti di cancelleria L. 2.066. 05; assegni e stipendi, salari e gratificazioni diverse L. 2.133. 50; per medaglie e diplomi, L. 2.592. 70; per feste pubbliche L. 2.800; spese diverse L. 4.072. 97; Totale spese. L. 33.201. 15. Nell’insieme la Seconda Esposizione Sarda fatta a Sassari lasciò un grato ricordo nell’animo dei sassaresi, e riuscì veramente al di là di quanto si era previsto, così per la ricchezza degli oggetti presentati alla mostra, come per il gran concorso venuto dall’interno dell’isola.
Diverse
In seduta del 23 settembre il Consiglio concedette la cittadinanza sassarese all’ottimo Cav. Maurizio Reviglio, Rettore dell’Università, il quale con doni fatti alla biblioteca, e con l’amore che dimostrò a Sassari, si rese benemerito del paese.
Il 24 dello stesso mese il Consiglio prese in esame due nuovi progetti per l’acquedotto, presentati, uno dalla società Fratelli Costa e Princivalle, l’altro dai fratelli Fumagalli.
Alle ore 4 di sera del 18 ottobre fu collocata solennemente la prima pietra del Palazzo Provinciale di Sassari, (disegno dell’Ingegnere Sironi).
Assistevano alla cerimonia il Prefetto Serpieri, il Sindaco Pasella, altre autorità, e la banda cittadina.
Il 25 dicembre, alle ore 3 pom., ebbe luogo nella piazza dell’Università, la prima ascensione del celebre aereonauta H. Blondeau, in uno dei suoi palloni colossali, l’Indipendente, della capacità di 1.400 metri cubi. La seconda ascensione fu fatta il 2 del seguente gennaio, nel pallone La Città di Parigi. Il Blondeau partì dal recinto dello stabilimento Princivalle, nel giardino pubblico; ma per ilvento che spirava gagliardo, l’ascensione non sortì l’esito desiderato. La terza ascensione, fatta il giorno 11, ebbe uno splendido successo.
Il 23 dicembre il Consiglio nega il concorso al monumento di F.D. Guerrazzi da erigersi in Livorno. La ragione affacciata fu la strettezza di finanze; ma è probabile si trattasse di rappresaglia, per aver negato in altra seduta il concorso al monumento del Generale Cugia.
1874. Diverse
Il 2 gennaio, arrivò in Sassari il nuovo prefetto Arabia.
Il Consiglio Comunale, in seduta del 20 aprile, vota una petizione al Parlamento, perché la strada comunale consortile Sassari-Sorso-Sennori-Castelsardo, sia classificata strada nazionale.
Il 15 maggio il Consiglio vota un concorso per il Comizio Agrario e delibera l’apertura della nuova strada denominata Corte di Sisini.
Il 21 di maggio si pubblica a Sassari il secondo giornale quotidiano L’Eco di Sardegna, diretto dall’Avv. Francesco Mariotti.
Il 14 giugno, alle ore 10 ant., s’inaugura nell’Aula dell’Università la nuova Società di mutuo soccorso fra i militari di bassa forza congedati.
Il 25 disgrazia sulla linea ferroviaria fra Ploaghe ed Ozieri. Tre morti e cinque feriti, di cui due mortalmente.
Il 15 agosto alle ore 6 ant., inaugurazione della ferrovia tra Sassari e Ploaghe.
Alle ore 5 pom. dello stesso giorno, apertura della fiera di beneficenza per il Ricovero di Mendicità. Ebbe un gran successo e fruttò una bella somma ai poveri.
Il 25 agosto morì a Genova l’illustre cittadino sassarese Don Pasquale Tola. Per volontà espressa dal testatore, il cadavere venne trasportato a Sassari, dove arrivò il 4 settembre, accompagnato dal figlio primogenito Cav. Cosimo.
Il 5 settembre ebbero luogo i solenni funerali di Pasquale Tola eseguiti con una pompa mai vista a Sassari. Accompagnarono la salma al Camposanto tutte le autorità e le corporazioni religiose. Al Duomo vi fu messa funebre. – Il Tola ha legato all’Università di Sassari tutta la sua privata biblioteca.
Il Consiglio comunale, in seduta del 18 settembre, delibera concorrere con L. 500 alla stampa in edizione di gran lusso di tutte le opere di Domenico Alberto Azuni, per cura del Prof. Giovanni Degioannis che ne avea fatto la proposta con circolare. Ben inteso che non si fece nulla!
Il 23 stesso mese, si deliberò l’impianto a Sassari dell’Osservatorio Meteorologico, diretto dal Prof. Volta, e mantenuto a spese del Municipio.
Nella seduta del 23 settembre fu proposto in Consiglio di onorare la memoria dell’illustre cittadino Pasquale Tola, o con un’iscrizione nella casa dov’era nato; o con mezzo busto in marmo da erigersi sulla tomba di famiglia; o nell’atrio dell’Università, dove sarebbe riposta la sua libreria; oppure con statua in una delle piazza della città. In altra seduta del 16 gennaio seguente si tornò a proporre un mezzo busto in marmo, approfittando di uno scultore di passaggio a Sassari. Alcuni consiglieri osservano che sarebbe meglio un’inscrizione al Cimitero e una statua in piazza. Si vota per la lapide e per la statua – ma non furono mai eseguite, né statue, né lapidi!!
1875. Diverse
Il 9 gennaio sontuosi funerali per il preside del Liceo Fulgenzio Delitala.
Nel mese di febbraio muore a Roma il cittadino sassarese Giov. Antonio Sanna, fondatore della Banca Agricola Sarda. Lascia alla città natale la sua preziosa raccolta di quadri, e una ricca collezione di oggetti di antichità, del valore di circa 200.000 lire. Ordina che il suo corpo sia trasportato a Sassari. Il Municipio stabilisce di fondare una Pinacoteca.
Il 21 febbraio una scena di sangue commosse vivamente la cittadinanza. Un padre scaricò due colpi di revolver contro una sua figlia, che cadde a terra immersa nel proprio sangue. Il padre, credendola morta, rivolse contro di sé l’arma, e rimase all’istante cadavere. La figlia sopravvisse.
Gran serata il 24 aprile nel Teatro Civico a benefizio del Ricovero di Mendicità. Fu scritta appositamente da Enrico Costa una commedia in quattro atti col titolo Gli Organetti, a cui prese parte Costantino Casella, Deputato Provinciale e direttore della Banca Commerciale Sarda. Serata splendida, introito L. 824.
Il Consiglio comunale, in seduta del 23 settembre, discute il progetto dell’Archeologo Giovanni Spano, sulla fondazione in Sassari di un Museo di antichità. Il 20 novembre, lo stesso Consiglio, vota un concorso per l’impianto dello stesso museo nella R. Università.
Il 31 ottobre si pubblicò il numero di saggio della Stella di Sardegna, periodico letterario settimanale, fondato e diretto da Enrico Costa. Vi scrissero quasi tutti gli scrittori sardi viventi, e buona parte dei continentali. Ebbe vita sino all’agosto del 1879.
Nel 6 dicembre si lamentò un terribile acquazzone che colmò la piccola valle dei Cappuccini, detta il fosso della noce.
Il 9 moriva lo sfortunato Cav. Simplicio Maffei che consumò tutto il suo patrimonio nella Cruca. Venne ricco – e morì povero; forse per compensare i molti ch’erano venuti poveri per ritornarsene ricchi al loro paese.
In seduta del 18 dicembre il Consiglio comunale concedeva alla Società Bettini l’esplorazione della cava d’ardesie esistente nella Nurra, Il giorno 20 si votava un concorso per l’impianto dell’orto botanico.
1876. Diverse
Coi primi dell’anno fu inaugurato a Sassari il nuovo Circolo Sassarese nella casa del Conte di S. Pietro.
Il 24 febbraio, alle ore 10 ant., ebbe luogo una passeggiata di beneficenza in favore del Ricovero di Mendicità. Gli autori di essa furono i commessi negozianti, riunitisi in Società. Il titolo della mascherata fu La moresca, che venne divisa in tre giornate: il 24, il Trionfo del Re Carnevale, con carri contenenti la musica ed i ragazzi ballerini della Moresca; i quali dispensavano fiori, coccarde, poesie, ecc.; il 27 II Ballo moresco, che fu eseguito nelle piazze con un ordine ammirabile; il 29 II Rogo, cioè l’abbruciamento del Fantoccio fra i concerti della musica e lo sparo dei razzi. Il direttore della mascherata fu il giovane Francesco Pieroni; essa riscosse gli applausi di tutta la popolazione e fruttò al Ricovero una bella somma.
Col 12 aprile venne costituita a Sassari una Consociazione fra le società operaie e d’istruzione, già affratellate.
Nello stesso mese, per iniziativa del Conte Alessandro Mella di S. Elia, fu coniata per sottoscrizione pubblica una medaglia d’oro allo studioso cagliaritano di medicina e storia naturale Efisio Marini che rapiva il segreto a Segato. I sottoscrittori erano in numero di 1.564. Il Marini, riconoscente, regalava al Municipio una mano di giovane donna recisa dal cadavere nel 1864, allo stato coriaceo, con ricco finimento in oro e argento.
Il 28 settembre arrivò a Sassari il nuovo prefetto Macaferri, successore dell’Arabia.
Il 12 novembre elezione del Deputato Rafaele Garzia, con 64 voti più del Salis. Trionfo del partito progressista.
1877. Dono
L’archeologo Giovanni Spano, per mezzo di Enrico Costa, donava alla Città di Sassari l’osso della prima falange della mano destra dell’immortale Azuni, da lui sottratto nel trasportare gli avanzi dell’illustre sassarese dall’una in altra sepoltura nella chiesa di Bonaria in Cagliari. Il Sindaco di Sassari ringraziava il valente archeologo con lettera del 16 gennaio.
Il Principe Tomaso
Il giorno 20 gennaio, alle ore 2 pom. arrivava a Sassari il Principe Tomaso, accompagnato dagli ufficiali della Cariddi. Erano a riceverlo il Sindaco, il Prefetto e le altre autorità civili e militari. Seguito da immensa folla gaia e plaudente, S.A.R. si recò al palazzo municipale, ed all’Orfanotrofio, dove lasciò 1.000 lire. Ripartito alle 3,30 per Portotorres, fece ritorno a Sassari la sera del giorno seguente. Percorse la via Vittorio Emanuele fra un’onda di popolo. Le finestre erano adorne di molte signore. Passeggiò a piedi lungo i viali del giardino pubblico. Verso le 5 si portò al palazzo municipale, dove l’Arcivescovo andò a fargli visita. Dal municipio il Principe si recò all’Albergo d’Italia, dove dal Municipio gli fu offerto un pranzo a cui assistettero le principali autorità del paese. Alle 7 visitò il Circolo e alle 8 si recò in teatro, dove rimase sino alla metà dell’ultimo atto. Alle 9 e 45 ripartì per Portotorres. Il poeta Sechi Dettori gli offrì una poesia, che il Principe ricambiò con una fotografia con dedica autografa.
Mentre il principe usciva dal teatro per recarsi a Portotorres, una scena di sangue accadeva in Campo di Carra. Due calzolai ebbero fra loro una contesa, che terminò con la morte di uno di essi.
Alle ore 5 pom. del giorno 5 tornò a Sassari il principe Tomaso per la via di Alghero; egli accettava l’invito fattogli dalla Società del Circolo, la quale gli offriva una festa da ballo in costume. Prese alloggio nella casa del Marchese di S. Saturnino.
Alle ore 6 fu a pranzo dal prefetto; alle 10 si recò al Circolo, dove rimase cinque ore, prendendo parte quasi ad ogni ballo. Il locale era addobbato con vera magnificenza – fiori dappertutto, ricchi arazzi, e sontuoso buffet con servizio in argento. In mezzo alla gran sala pendeva un gran quadro ad olio, rappresentante il Principe in grandezza naturale, pregiatissimo lavoro dovuto al pennello dell’Avv. F. Rugiu che l’eseguì in soli tre giorni. Al ballo erano rappresentati quasi tutti i costumi della Sardegna. Fu presentato a S.A.R. un diploma, col quale la Società del Circolo lo nominava suo presidente onorario. All’indomani, dopo aver restituita la visita all’Arcivescovo, il Principe Tomaso ripartì per Alghero, seguito dalle principali autorità e da immensa folla di popolo plaudente, che lo accompagnò per un lungo tratto di strada.
Diverse
Il 25 febbraio gran festa popolare per il solenne anniversario della fondazione delle Società consociate. Vi presero parte le due bande cittadine. Alle 10 ant. le divese Società, con le rispettive bandiere, sfilarono con bell’ordine partendo da piazza Tola per recarsi allo stabilimento di Dau. Le associazioni consociate erano dodici. Si battezzò la bandiera e vi furono molti discorsi e molti battimani. Alle 3 di sera ebbe luogo il pranzo sociale, ricco di 120 coperti. Fu una festa veramente riuscita, a cui presero parte oltre a 2.000 soci operai.
Nel marzo si demolisce l’antico Castello di Sassari, vecchio di 546 anni, per erigere al suo posto una nuova Caserma militare, alla cui spesa il Municipio concorse per L. 150.000.
In seduta del 17 aprile il Consiglio, dietro domanda di una speciale Commissione costituitasi, deliberò di concorrere per L. 500 all’erezione di un monumento in onore dei sassaresi caduti nelle patrie battaglie. – Si vota altro concorso la sera del 23 per un monumento in onore di Asproni e Musio.
La sera del 17 maggio ripartiva per Ploaghe sua patria il Senatore Giovanni Spano, venuto a Sassari per esaminare il locale preparato nell’Università per un Museo archeologico.
Il 18 maggio viene inaugurata una nuova vasca, con statua nel centro, nel boschetto del Giardino pubblico.
L’11 giugno, tutto il corpo degli studenti dell’Università, del Liceo, del Ginnasio e delle Scuole tecniche fecero un’imponente dimostrazione per l’ottenuto pareggio dell’Università di Sassari a quelle di secondo ordine. Furono evviva al Parlamento ed al Ministro Coppino.
Il 15 e 19 luglio gran lotta nelle elezioni comunali e provinciali. La vittoria sorrise ai progressisti.
Gran fiera di beneficenza nei giorni 15, 16 e 19 agosto per cura di un Comitato. Si fece pure una gran lotteria. Circa 40 signore patronesse s’incaricarono della vendita degli oggetti in baracche eleganti costrutte nel Giardino pubblico. Il 19 vi fu sontuosa illuminazione nel Giardino, dove accorse una folla numerosa. La festa fruttò L. 4.000 al Ricovero di Mendicità.
Il 24 ottobre arrivava a Sassari l’illustre scienziato tedesco Teodoro Mommsen. Il 26 gli fu offerto un pranzo dal direttore e redattori della Stella di Sardegna, Enrico Costa, Salv. Angelo De Castro, Luigi Amedeo, Francesco Salis, Costantino Casella, Salvatore Sechi Dettori, nonché l’Amministratore Sormani. Vi furono molti brindisi. La dimane ripartì per Roma, donde scrisse ai redattori dello stesso giornale una bella lettera in latino.
Nei primi di novembre si colloca la prima pietra del superbo palazzo Giordano, in Piazza d’Italia, edificato dal proprietario col filantropico scopo di dare occupazione al numeroso ceto dei muratori sassaresi, mancanti di lavoro.
La notte del 26 dicembre cessava di vivere in Sassari, dopo brevissima malattia, il nuovo prefetto Rinaldo Albini. La sua morte impressionò tutta la cittadinanza. Gli si fecero solenni funerali, a cui può dirsi, prese parte tutto il paese!
Il valente pittore Sciuti viene a Sassari per dar mano agli affreschi nella gran sala del palazzo provinciale.
1878. Vittorio Emanuele
L’anno 1878 si annunziò con un’immensa sciagura all’Italia. Il 9 gennaio ,dopo breve malattia, cessava di vivere Vittorio Emanuele II.
La Storia inciderà a lettere d’oro il nome del più leale dei re, giustamente chiamato da’ suoi popoli il Galantuomo. Il suo governo fu sapientemente liberale, e si ebbe l’ammirazione di tutti i popoli del mondo.
Che dire di lui? Egli seppe gloriosamente recare sino a Roma quello scettro, che raccolse sui campi insanguinati di Novara.
Tutta la stampa mondiale, senza distinzione di colore e di partito, ebbe articoli di lode e di ammirazione per il più buono, il più popolare fra i sovrani d’Europa. I repubblicani, anch’essi, lo avevano sempre rispettato. Quando Gambetta, poco tempo prima, visitava Vittorio Emanuele, gli aveva detto: – Se io fossi in Italia sarei il più devoto dei vostri sudditi – Al che Vittorio rispose: – Ed io avrei l’onore di crearvi mio primo ministro!
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Nel 3 gennaio si aprì lo stabilimento di fiammiferi in cera, diretto da Ferdinando Cosseddu e figlio, e condotto con molto amore e abilità.
Funerali
All’annunzio della morte del Re si chiusero in segno di lutto tutte le scuole ed il teatro.
In seduta del 14 gennaio il Consiglio comunale decretò solenni funerali per Vittorio.
Il 17 furono fatte onoranze funebri nella chiesa di S. Maria, per iniziativa della Società di Mutuo Soccorso. V’intervenne la Deputazione provinciale, il Comitato liberale permanente, e un gran numero di cittadini. Vi lessero bei discorsi il prof. G. M. Devilla ed il Cav. Gavino Passino.
L’ 8 di febbraio ebbero luogo i funerali ufficiali nel Duomo, per cura del Municipio.
Le cinque inscrizioni per il Catafalco e per il sommo della porta del Tempio furono dettate da S. A. De-Castro. La cerimonia riuscì puramente ufficiale, perché il popolo non potè accorrervi stante la strettezza della chiesa, e la rigorosa prescrizione della tenuta. L’orazione funebre fu recitata dal Prof. Tomaso Carta, Direttore della Scuola Normale femminile.
Lo stesso giorno della morte di Vittorio Emanuele II, salì al trono il primogenito dei figli, col nome di Umberto I.