Sassari Aragonese
• 1412. Nicolò Doria
Gli uomini di Monteleone conchiusero una Convenzione per l’assoldamento di uomini d’armi che’ sotto la condotta di esperto capitano doveva liberare il loro signore Nicolò Doria, caduto prigioniero in potere del Narbona nella guerra dell’anno precedente. La libertà però – nota il Tola – non fu resa al Doria per effetto di tal Convenzione, ma per lo sborso di 3.000 fiorini fatto dai Sassaresi, i quali, memori sempre dell’antica loro indipendenza e di essersi retti a popolo per più di mezzo secolo, collegati col Comune di Genova, parteggiavano in ogni favorevole occasione per i baroni genovesi, propugnatori animosi e instancabili dei loro diritti contro la Corte d’Aragona.
• Ancora del Visconte
Fallito l’assalto di Alghero, il Visconte previde che non poteva mantenersi più nell’Isola. Stanco di farla da Giudice sardo, cercò i mezzi della conciliazione; e per farla finita pensò di vendere i suoi dritti per un piatto di lenticchie. Spedì a Tortosa come ambasciatore il signor di Morlany per gli accordi; ed ebbe fede dal Re della guarentiggia della sua persona e dei suoi cavalieri.
• 1413. Speculazione
Alla fine di quest’anno, il Visconte, dopo aver lasciato pel comando delle truppe alcuni di sua confidenza, partì da Sassari e si recò in persona a Leida. Il re Ferdinando lo accolse con molti onori, e per affezionarselo lo gratificò dell’annuo stipendio di mille fiorini.
Da quel tempo cessarono le sue imprese militari in Sardegna, e fece lo speculatore.
Nel 1414 cedette i suoi Stati di Arborea, e si obbligò a consegnare la città di Sassari e gli altri luoghi da lui occupati nel Logudoro, mediante la somma di 150.000 fiorini d’oro. L’erario dello Stato era però un po’ magruccio per potersi alleggerire di questa somma; eppoi, per maggior disgrazia, mentre si stava conchiudendo l’affare, il Re si ammalò, e morì nel 1416.
Il Visconte rimase ancora proprietario di Sassari. Non avendo ricevuto soldi, egli pensò di armarsi di nuovo per fare la guerra. – Il poveretto aveva tutte le ragioni del mondo: – o soldi, o Regno!