Per disciplinare l’espansione edilizia, fino allora avvenuta disordinatamente, il governo piemontese fece allestire un primo progetto di ampliamento, nel 1829, a sud-est. Il progetto subì sostanziali modifiche: il tracciamento è del 1835 e il regolamento del 14 dicembre 1837. Mentre in un primo tempo il polo principale doveva essere costituito da una piazza esagonale (il futuro emiciclo Garibaldi), si pensò di costruirla in forma circolar e di creare la piazza d’Italia, quadrata, della superficie esatta di un ettaro, in asse con la “strada reale di Cagliari”, il tratto della Carlo Felice, che sarà denominata via Roma, e che doveva essere porticata.
Al caratteristico tessuto medievale del centro storico, si contrappose un tessuto a scacchiera, rigido, alla piemontese: salvo che nei primi interventi, esso non ebbe riscontro in un’adeguata architettura, che nei disegni urbanistici di allora avrebbe dovuto creare i nuovi spazi.
Era la nascita dei nuovi quartieri a Sassari.