
Già negli statuti sassaresi del 1294 viene nominata la maestranza dei Taverraggios (Macellai).
Nel 1795, nel venirle proposto un calmiere dei prezzi dal parlamento sardo, l’associazione veniva già nominata come gremio. Non si sa tuttavia a quando risalga la fondazione dello stesso.
Il patrono del gremio è San Maurizio, venerato dal gremio nella chiesa della Trinità.
Il culto di San Maurizio a Sassari era già praticato nel 1635 per volontà del nobile cittadino sassarese Don Giovanni Ansaldo nella chiesa di San Giacomo. Questa festa si celebra, ancora oggi, il 22 settembre, e già nei tempi remoti vi partecipavano i Crociati (Ordine Cavalleresco dei Santi Maurizio e Lazzaro). Il culto di San Maurizio poi, per lungo tempo oltre che nella chiesa della Trinità, era praticato anche nella chiesa di San Giacomo. Di un cavaliere macellaio si ha invece notizia all’inizio del secolo XVIII a causa delle proteste del popolo contro un suo sopruso. Dai documenti e dalle immagini in possesso del gremio non si possono ricavare molte notizie utili in proposito ma si capisce dalle insegne che portava che costui doveva essere un cavaliere dell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro. Nell’Ottocento, sulle pagine della Nuova Sardegna si ritrova che per le solenni celebrazioni in onore di San Maurizio, la facciata della chiesa dei Trinitari (Santa Croce, come appare nel quotidiano sassarese del 1º settembre 1898) è stata adeguatamente addobbata con luminarie e festoni. Sempre nello stesso quotidiano, nel mese di settembre del successivo 1899 troviamo menzionata la festa di San Maurizio con sublime fastosità e devozione sempre nella chiesa della SS. Trinità. Con la benedizione della nuova bandiera nel 1998, i gremianti ritornarono nella chiesa di San Giacomo originaria sede dei devoti del santo per prestare il saluto della Bandiera alla cappella del Martire.
Le esigue notizie giunte sino a noi, pur frammentarie, danno uno spaccato dell’associazione e dell’organizzazione della festa patronale. Si sa che tutti i macellai associati o meno versavano 200 lire alla settimana e che la festa, come accadeva per tutti i gremi sassaresi, era affidata all’operaio maggiore (Obriere).
Nella tesi sostenuta dal gremio dei Macellai vi è anche la parentela con il potente gremio dei Mercanti, scioltosi nel XIX secolo e del cui candeliere, di cui si sapeva dell’esistenza, non rimane però traccia.
(Testo da Wikipedia – Video di Stefano Solinas)
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