Popolazione sassarese

Popolazione sassarese

Divisione della città. Dividesi Sassari in cinque rioni o parrocchie, e sono, la prima di San Nicolò, la seconda di Santa Catterina, la terza di Sant’Apollinare, la quarta di San Sisto, la quinta di San Donato.

Popolazione in ragione delle anime, del sesso e delle famiglie: case 3.763, famiglie 6.152, anime 22.883, maschi 11.312, femmine 11.571.

Popolazione secondo la condizione domestica: scapoli 7.502, ammogliati 3.555, vedovi 252, totale 11.312; zitelle 6.234, maritate 3.681, vedove 1.656, totale 11.571.

Popolazione secondo l’origine provinciale, forestieri, stranieri. Provinciali: maschi 8.961, femmine 10.438. Non provinciali: maschi 1.049, femmine 1.051. Stranieri: maschi 1.302, femmine 82. Totale: 22.883.

Longevità nella popolazione di Sassari: da 60 a 70: maschi 362, femmine 531; da 70 a 80: maschi 142, femmine 191; da 80 a 90: maschi 31, femmine 75; da 90 a 100: maschi 7, femmine 11; sopra i 100: maschi 0, femmine 1.

La popolazione di Sassari va sempre crescendo per i molti che emigrano dalle ville e si stabiliscono ne’ nuovi sobborghi. Le famiglie emigrate sino a quest’ora non saranno meno di 180, che avranno accresciuto forse di 1.350 il numero delle anime. Il numero degli esposti è di 160 a 200 per anno. Siccome in Sassari sono molte fanciulle di villaggi per servigio domestico, e sono molte cagioni di seduzione per i molti studenti, militari e altri; però il numero de’ trovatelli parrà esagerato per una città della Sardegna.

Stato sanitario. Comunemente godesi in Sassari buona salute, la quale può durare fermissima se abbiansi certe precauzioni che consiglia l’igiene, e soprattutto contro le mutazioni repentine dell’atmosfera, che qui, come in altre parti dell’isola, avvengono spesso troppo bruscamente. Le malattie predominanti nell’inverno sogliono essere le infiammazioni sporadiche, come pleuriti, bronchiti, catarri, sinocchie e simili, prodotte dalle predette vicende termometriche; nell’estate le periodiche e sovente con aspetto grave, le quali verso la fin d’agosto sogliono diminuire di intensità e di numero. L’autunno è piuttosto una stagione salubre. In altri tempi non era rara la lepra in Sassari, e aveasi un lebbrosario nelle vicinanze, prossimamente a Silki, nel luogo detto Lu regnu vecciu. Cessata infine l’orribile malattia, che ancora dura in qualche provincia continentale dello Stato sardo, si vide assai comune la rogna, e continuò sino ai nostri tempi a causa della negletta pulizia della città, e de’ letamai che si accumulavano presso le porte della città. Tra le fonti di Sassari eravi il fonte detto della rogna, che aveva alimentato i bagni pubblici dell’età comunale.

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