
Su Massaiu
Era così chiamato il Tesoriere perché custode delle masserizie e del danaro del pubblico. I 16 Anziani, dopo aver giurato alla Podesteria, chiamavano due buoni e leali uomini da ciascun quartiere, i quali alla presenza del Podestà giuravano alla loro volta di chiamare seduta stante un buono e savio uomo Massaiu del Comune, che fosse nativo di Sassari. – Fatta da loro l’elezione, il Podestà mandava per l’eletto, e lo si costringeva, anche suo malgrado, a fare il Tesoriere per due mesi. E dopo avergli fatto giurare un mondo di roba, e consegnatigli due registri, di entrata e di uscita, il Tesoriere era bell’e fatto!
Il suo stipendio per quei due mesi era di 21 soldi al giorno; e doveva stare la maggior parte della giornata in Corte, sotto la Loggia, per disimpegnare il suo ufficio, cioè: dal mattino fino a terza, e da nona fino a Vespro. Era obbligato a far scrivere l’entrata e l’uscita dal Notaio del Comune, alla presenza del quale doveva sempre dare i conti. – Se ciò non faceva, pagare lire 5 di multa per ogni volta. – Non poteva ricevere regali di sorta da chicchessia, e se li accettava, doveva pagare lire 5 di multa, coll’umiliazione di restituire il presente a chi glielo aveva offerto. La cauzione che prestava era di lire 500.
Nello stesso articolo 28, che riguarda il Tesoriere, è detto, che: chi è stato Massaiu una volta, non possa più esserlo, se non passati 10 anni; e gli otto buoni uomini che lo hanno eletto non possano richiamarsi ad altra votazione prima di un anno. Per ultimo (cosa originale, quanto previdente!) se il Tesoriere pagava dal proprio per non avere momentaneamente danari in Cassa, non poteva aver mai dal Comune alcun rimborso.
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