Sassari nell'Ottocento

Caffè Bossalino

Risalendo il Corso e arrivando in Piazza Azuni, sul lato sinistro della chiesa che sorgeva in quella piazza, la chiesa di Santa Caterina, vi era il caffè dei fratelli Bossalino. Era il ritrovo sassarese dei letterati, professori, avvocati, studenti, di tutta la parte più eletta della cittadinanza, quella che comunicava con il popolo e spiegava le novità del giorno. Venne decorato dai pittori Vacca e Bossi, venuti dal Piemonte per abbellire il Teatro Civico (Bossi poi si fermò a Sassari dove fondò la Società di Mutuo Soccorso, una delle prime in Italia). Sotto la volta di cristallo, nella sala con le colonne bianche, si svolsero i grandi comizi che travagliarono Sassari nel 1848.
Frequentatore abituale e animatore delle serate al caffè era Antonico Satta, mazziniano, feroce accusatore del ceto moderato cittadino e delle più alte gerarchie ecclesiastiche. Arrivò da Londra a predicare il verbo della rivoluzione e a scomunicare l’arcivescovo, e rischiò di essere messo a cavallo all’asino e cacciato dalla città. Satta saliva in piedi su un tavolino del caffè e, leggendo a voce alta gli articoli dei giornali dell’epoca, proclamava il suo verbo.
Il caffè divenne quindi il posto dove a Sassari si dispensavano le notizie; era là che si andava a prenderle, non appena il piroscafo postale portava le corrispondenze e i rari ma preziosi giornali del continente.