Come abbiamo fatto per la Sassari Comune, dovremmo ora dare un’idea dello stato della nostra città durante il dominio aragonese e spagnuolo ,nonché degli usi e costumi di quel tempo. Dovendo però altrove dedicare appositi capitoli speciali per simili descrizioni, e volendo risparmiare un’inutile quanto noiosa ripetizione, ci limitiamo ad esporre per ora alcuni articoli – che hanno rapporto collo stato generale della Sardegna, quindi di Sassari, sotto il regime spagnuolo.
Qual fosse il genere di vita dei sassaresi in quei tempi felici, lo abbiamo appreso dal Diario dell’Usai, il quale ha descritto con tanta efficacia le serie preoccupazioni dei nostri padri in quell’epoca, e la tranquillità che si godeva in paese.
Dai tempi della Repubblica sino al termine della dominazione spagnuola la città di Sassari fece ben pochi progressi nella sua topografia e nei suoi fabbricati, che si mantennero sempre allo stato quo; le case furono sempre misere – le vie sempre anguste, tortuose, irregolarissime: il paese conservò quasi sempre la stessa fisonomia che aveva sotto il podestà Cavallino De Honestis.
Alla Spagna principalmente dobbiamo:
– Il famoso e pittoresco Castello, eretto nel 1327 sotto Giacomo II, e demolito nel 1877.
– Il compimento di tutte le mura di cinta della città colle rispettive torri, le quali erano non meno di quaranta.
– L’erezione di parecchie chiese nuove, e la restaurazione di molte vecchie.
– La fontana di Rosello che subì diverse trasformazioni, sino all’attuale struttura compiuta nel 1606, sotto Filippo III.
Durante il dominio spagnuolo abbiamo avuto un gran bene ed un gran male:
– il gran male fu rimpianto della Santissima Inquisizione nel 1492, sotto Ferdinando il Cattolico;
– il gran bene fu la fondazione dell’Università, sotto il regno di Filippo III.
Alla Spagna dobbiamo pure tutti i Monasteri ed i Conventi, meno quello dei Francescani (frati di Santa Maria) che già esisteva al tempo della Repubblica .
I Conventi fondati furono:
– Sotto Giovanni II, n. 3: – quello delle Monache di Santa Chiara fondato nel 1464, poi riformato nel 1505; – quello dei Minori Conventuali nel 1467; – e quello degli Agostiniani nel 1477.
– Sotto Ferdinando il Cattolico, n. 1: – quello delle Monache di Santa Elisabetta nel 1490, rifondato nel 1627.
– Sotto Carlo V, n. 2: – quello dei Serviti nel 1540, e quello dei Gesuiti nel 1550.
– Sotto Filippo II, n. 2: – quello dei Cappuccini nel 1591, e quello dei Domenicani nel 1595.
– Sotto Filippo III, n. 3: – quelli dei Mercedari, dei Carmelitani e dei Trinitari, nel 1610.
– Sotto Filippo IV, n. 2: – quello di San Francesco di Paola nel 1633, ed i Religiosi di S. Giovanni di Dio nel 1639.
– Sotto Carlo II, n. 2: – quello delle Monache Cappuccine nel 1673, e quello degli Scolopi nel 1690.