La lira di Genova era la moneta in corso ai tempi della Repubblica Sassarese.
Si noti che nel Codice, a fianco della parola lira, è sempre scritto genovese.
Si divideva in 10 soldi, e il soldo in 12 danari.
II valore poi di queste monete, relativo all’attuale (fine Ottocento, ndr), sistema decimale sarebbe il seguente: la lira di Genova valeva lire italiane 1,92 – il soldo, 9 centesimi e sei millesimi; il danaro, otto millesimi.
E per farsi un’idea più chiara del valore monetario d’allora col valore monetario d’oggi (senza esser costretti al calcolo dei millesimi) si può ritenere approssimativamente che la lira di Genova equivaleva alle attuali (fine Ottocento, ndr) lire 2 italiane. Il soldo, a 10 centesimi. I sei danari, a 5 centesimi. E questo calcolo valga sempre per i diversi Governi che dominarono la Sardegna fino al 1861.
Anche oggidì, a Sassari, quando si vuol dire cinque centesimi, si dice volgarmente sèdinà (sei danari).
Da quanto abbiamo esposto risulterebbe, che il sistema monetario della lira sarda, soldi e danari, ci provvenne direttamente dalla Repubblica Sassarese; gli Spagnoli hanno conservato lo stesso sistema quando sottentrarono al Governo nazionale; – e come gli Spagnoli colla Repubblica, così fecero i Reali di Savoia cogli Spagnoli, quando la Sardegna passò sotto al loro dominio.
E giacché abbiamo parlato delle monete, torna qui in acconcio dire che esse si coniavano anche a Sassari, e la Zecca esisteva, allora vicino all’attuale monastero delle Cappuccine; e, propriamente, occupava l’area dell’attuale casa dei Satta Minutili verso Campu di Carra, all’imbocco del Vicolo chiuso B, che trovasi più in su del Vicolo Pigozzi. Sul Corso erano i locali degli impiegati dello stabilimento; nel centro era un largo cortile, e le fonderie esistevano alla parte opposta, cioè verso l’attuale Via San Carlo.
L’art. 35 dice: «Qualunque persona falsificherà moneta, o farà un conio falso, sia arso vivo, in tale guisa qui morgiat. E chi limerà alcuna moneta paghi di multa 100 lire di Genova, e se non paga in 10 giorni, gli si tagli la mano destra dal braccio».
Usurai. Gli usurai non potevano prestar danaro oltre a 6 danari per lira, ogni mese.
Mi pare che non ci fosse tanto male! – nientemeno che il 30 per 100!