Questo ceto, a quanto pare, non era troppo di buona fede, perocché le pene che ad esso s’infliggono, sono fra le più rigorose e le più crudeli contenute nel Codice. Nell’art. 74 è detto: «I carratori paghino la gabella, e siano di buona fede, e non facciano frode. Chi froda poco, sino a soldi 19, paghi una multa competente; chi froda da 20 soldi in su, paghi lire 10 e rimborsi il danno; e se non paga dentro i 10 giorni sia frustato per la città, e non possa più stare in Sassari e nel distretto. Chi froda in quantità di soldi 100 in giù fino a 20, sia condannato a pagare lire 10 fino a 20, ad arbitrio del Podestà, e ad emendare il danno; e se non paga in 10 giorni, gli sia tagliata la mano destra». La mano destra dunque, valeva dalle 10 alle 20 lire di Genova!
Infine, chi rubava da soldi 100 in su, era bell’e fritto: s’impiccava addirittura per la gola, nel sito dov’era stato commesso il furto; e se fuggiva, gli si dava il bando per sempre dalla città. Si capisce che questo bando tornava inutile!