La Città

Nettezza urbana

La Repubblica teneva molto alla pulizia delle vie della città. L’art. 133 ordinava si chiamasse ogni anno un buon uomo per ogni quartiere, perché sorvegliasse le vie dentro e fuori città. Questi quattro buoni uomini dovevano riunirsi in seduta quando lo credevano necessario; ed era loro obbligo sorvegliare perché si spazzassero le vie e si tenessero nette a spese dei proprietari di ogni casa; e così pure essi dovevano far accomodare le viottole delle vigne, sempre a spese dei proprietari, per quello spazio occupato dalla loro possessione.
Ed oggi (nel 1885), malgrado le lire 30.000 che spende il nostro Municipio, la pulizia è un pio desiderio per la nostra città!

Canali di spurgo. Anche questi sono frutto della moderna civiltà, e la stessa Parigi ne fu priva per moltissimi secoli. Come si faceva dunque? Precisamente come si fa anche oggi (1800) in moltissimi nostri paesi; e l’art. 70 degli Statuti ce lo dice a chiare note: «Appena suonato il terzo squillo della campana del Comune, e dopo aver gridato per tre volte – ti guarda! – i cittadini possono gettare acqua od altro dalla finestra».
Il Tola scrive al riguardo: «Questa legge fu in vigore fino al 1835, epoca in cui si pensò per la prima volta ai canali di spurgo; e i tre li guarda! furono sostituiti da un robusto da sottu! Questo da sottu! molto spesso si pronunciava, non prima, ma dopo aver gettato il ben di Dio sulla testa dei pacifici passanti!

Immondezzai. Fuori delle quattro Porte della città, a poca distanza dall’abitato, confitta sopra una colonna cilindrica di granito, era una croce, la quale serviva di segnale per gettare le immondizie. Non so come in quei tempi abbia permesso l’Arcivescovo una simile profanazione. Queste croci continuarono ad usarsi sotto il dominio degli Spagnoli e sotto i Reali di Savoia, e furono in piedi sino al 1835.
Il gettito delle immondezze era così ordinato: quelli che uscivano da Porta Capu de Villa, dovevano gettare le immondezze negli orti del Comune e di Vincenzo De Lella, e dovevano lasciare sgombra e larga la strada da ambe le parti. Questo sito era forse verso gli attuali Portici di Crispo e di Bargona.
Chi usciva da Porta Gurusele doveva fare il gettito nella valle degli eredi di Ugolino Ramenacciu.
Chi usciva da Porta Utheri e da Porta Sanctu Flasiu aveva a sua disposizione le terre appartenenti al Convento di Santa Maria.
Colui infine che gettava le immondezze in altri posti, pagava per ogni recipiente o carico d’asino danari 4 di multa!