Commercio e Mestieri

Carra Manna e Carra Piccola

Piazza Tola, era l’area del mercato del grano dove i commercianti conferivano i cereali e li "pesavano" per la vendita in una misura comunale detta "Carra". Da qui il nome della piazza di allora, Carra Manna. Nella foto a destra, l'attuale via Cesare Battisti, allora Carra Piccola, punto di vendita al minuto dei cereali. (Clicca sulle immagini per ingrandirle).

Carra Manna era forse già all’epoca degli Statuti sassaresi la misura di pietra (carra) che il Comune garantiva per i cereali e i legumi. Era l’area del mercato del grano, corrispondente all’attuale Piazza Tola.
Carra Piccola, l’attuale via Cesare Battisti, era adibita invece alla vendita al minuto dei cereali. Era anche la strada dei fabbri ferrai.


Enrico Costa, nel suo libro “Sassari”, così documenta il commercio dei cereali, riferendo le norme contenute negli Statuti sassaresi:

Esistevano allora ed avevano la stessa denominazione che hanno oggi, la Carra Manna e la Carra Piccola. L’attuale Palazzo del Conte di San Giorgio, attiguo alle Carceri di San Leonardo, era allora fabbricato a porticali nelle due facciate. Sotto i porticali che davano al settentrione era una misura fissa di pietra che conteneva uno staio, detto allora carra; ed era là che il Codice prescriveva di vendere e comprare il grano, l’orzo, le fave, i fagiuoli ed altri legumi, all’ingrosso. Il mezzo staio, o mezza carra di pietra, era invece fissa sotto ai porticali rivolti a ponente, e serviva per i venditori e compratori al minuto, i quali dovevano convenire là per il loro commercio. Dal luogo di queste due misure ne vennero le denominazioni che si conservarono sino ad oggi, cioè Carra Grande, e Carra Piccola.

 

A proposito di queste misure, l’art. 80 degli Statuti dice: «Tutti quelli che vendono orzo ecc, devono pagare per la carra un denaro per ogni rasiere misurato dal Misuratore del Comune. Per le vendite all’ingrosso si paghino 4 soldi di Genova ogni 100 rasierì; e se non vi è il Misuratore comunale, soldi 2 per 100 rasieri. E coloro che hanno grano od orzo, proveniente da terra da loro lavorata, possono vendere senza pagare l’imposta della carra; salvo se vogliono la carra del Comune; in questo caso paghino come gli altri, 2 soldi ogni 100 rasieri».