Nell’Ottocento la città di Sassari si sviluppò e modificò profondamente il proprio assetto urbanistico e la propria struttura sociale. Vittorio Angius ci documenta su questo periodo storico, con un’analisi socio economica della città. I dati del censimento, precisa l’Angius, sono quelli pubblicati dalla commissione statistica dell’anno 1846. Su queste pagine, negli articoli riportati nella sezione del menu “Come eravamo”, abbiamo voluto evidenziare le categorie produttive della città riportando i dati del censimento di quell’anno a Sassari.
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Vittorio Angius nacque a Cagliari il 18 giugno del 1797 da un’agiata famiglia che gli garantì un’ottima formazione. Giovanissimo divenne sacerdote dell’ordine degli Scolopi, del quale nel 1829 divenne prefetto. Nello stesso anno fu socio di filosofia e docente di retorica presso l’Università di Sassari. Il suo impegno fu però molto più vasto, si occupò di storia, geografia, folclore, statistica, scienze naturali, economia agraria. Fu anche un proficuo scrittore, tra le sue opere troviamo romanzi, novelle, poemi, inni e liriche. Spesso, però, la qualità delle sue opere non fu all’altezza dell’impegno, molte tesi rimasero solo abbozzate e talune completamente infondate per aver commesso l’errore di utilizzare le false carte d’Arborea. Tuttavia il suo impegno fu sicuramente ripagato quando decise di collaborare con Goffredo Casalis al Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna. Di tale opera Angius curò tutta la parte riguardante l’isola di Sardegna e dal 1832 al 1848 la percorse tutta, appuntando di ogni singolo villaggio la storia, le leggende e le credenze.
Nel 1838 fondò “La Biblioteca sarda”, il primo giornale scientifico-letterario della Sardegna, nel 1840 collaborò al “Promotore” e alla “Meteora”.
Lasciati i panni sacerdotali nel 1842, divenne quindi deputato nella I (1848) e nella IV Legislatura (1849-1853) alla Camera subalpina, ottenendo anche nella politica dei risultati apprezzabili sebbene non fosse particolarmente apprezzato dai colleghi per via delle sue posizioni conservatrici e per i suoi eccessi polemici.
Fu anche l’autore del testo del Cunservet Deus su Re (S’hymnu sardu nationale), l’inno del Regno di Sardegna sabaudo, il quale fu eseguito per la prima volta a Cagliari nel Teatro Civico il 20 febbraio 1844. Il 19 marzo 1862, ormai dimenticato, morì a Torino in miseria.
(da Wikipedia)