Sassari nell'Ottocento

Piazza Castello

La Piazza Castello era originariamente il largo che stava davanti al Castello Aragonese, delimitato a destra dalla chiesa del Rosario, il cui convento annesso era vicino alla Porta Castello, e a sinistra dalla Piazza Cavallino de Honestis, già detta Piazza Costituzione. Sin dai tempi più antichi era considerata la piazza più importante di Sassari. Era tutta di pura roccia e presentava diversi dislivelli. Quando nel 1848 venne aperto l’elegante Café Mortara, la piazza divenne il punto prediletto delle passeggiate signorili e nei giorni festivi vi suonava la banda musicale. Era insomma l’anima e il centro della città.

La demolizione del castello e la successiva creazione dello square impressionò moltissimo la cittadinanza che perdeva, con l’antica piazza, molte care memorie.

Il nuovo vasto spazio regolare venutosi a creare con la demolizione del Castello – decisa nel 1869, iniziata nel 1877 e compiuta nel 1880 – e la costruzione della caserma mantenne in vita il nome e la memoria dell’antica fortezza. Al centro dell’area si pensò di erigere un monumento e sull’onda della forte emozione suscitata dalla notizia del massacro di Dògali, avvenuto nei pressi della città abissina il 26 gennaio 1887, che vide morire circa cinquecento soldati italiani comandati dal tenente colonnello Tommaso De Cristoforis, si pensò a un ricordo per I prodi Sardi caduti in guerra. Anima del comitato fu il conte Alessandro di Sant’Elia (Sassari 1830-1892). Il progetto venne affidato all’architetto Salvatore Calvia (Mores 1822-Alghero 1909). Questi, ispirandosi all’obelisco egiziano collocato in quello stesso periodo a Roma in Piazza dei Cinquecento (i morti di Dògali) di fronte alla Stazione Termini e poi spostato negli anni ’20 del XX secolo in via delle Terme di Diocleziano dove tutt’ora si trova, ideò una base su gradini racchiusa da un recenti a pilastrini, sui quali poggiava un altro parallelepipedo quadrangolare lavorato nelle estremità con motivi di bugnato rustico (questa parte ancora allo stato grezzo è stata recentemente rinvenuta durante gli scavi del castello) sormontato da un alto obelisco culminato da una stella. Una lapide marmorea sul fronte con fregi e ghirlande in bronzo avrebbe completato l’opera. Nella piazza venne quindi trasportato un colossale masso di pietra, tolto alle cave, ma l’idea non piacque alla cittadinanza. Allora il municipio, per evitare le spese di un secondo trasporto, ordinò di scavare un profondo fosso dove il blocco di pietra venne sotterrato nell’aprile del 1890.

Utilizzata come parcheggio delle carrozze, ai primi del XX secolo Piazza Castello veniva vissuta come collegamento tra l’antica città, compresa tra le antiche mura e le “appendici” che andavano via via espandendosi con la nuova grande Piazza d’Italia che era divenuta il centro ideale della nuova città umbertina. Le trasformazioni che subì cambiarono per sempre l’aspetto pluricentenario di Sassari. Nel 1920 fu demolito l’orfanotrofio sito nel vecchio convento dei Domenicani, quindi venne abbattuto il palazzo del Café Mortara.

Nel ventennio fascista fu chiamata Piazza del Plebiscito ma recuperò presto il suo nome nell’immediato dopoguerra. Negli anni ’50 fu demolito l’edificio in angolo con la via Brigata Sassari e al suo posto, occupando un’area maggiore, fu edificato il grattacielo vecchio, che con la sua mole occultò la chiesa del Rosario. Negli anni ’60 altre demolizioni interessarono il gruppo di case posto la tra la via Luzzati e il largo Cavallotti per dare spazio alla costruzione del grattacielo nuovo che occuperà anche parte di quella che prima era una via pubblica. Negli stessi anni fu demolito il grande caseggiato in angolo con via Cagliari e al suo posto fu edificata la nuova sede del Banco di Sardegna.

I recenti scavi hanno riportato alla luce parte delle fondamenta dell’antico Castello Aragonese facendo nascere qualche senso di colpa nella cittadinanza e, forse, un po’ di nostalgia per un passato che non potrà più ritornare.

Tratto dai manifesti affissi sul lato del grattacielo vecchio che dà su piazza Rosario,
patrocinati dal Comune di Sassari e dal Fondo per l’ambiente italiano.