La Città

Le mura

Fin dai tempi dei Pisani le mura e le torri che circondavano la città erano oggetto di cure speciali; e infatti i borghesi pagavano una data, ossia tassa annua, che serviva per l’innalzamento e solidità delle mura; i forestieri poi, chiamati in quel tempo entraticci, pagavano una gabella, ovvero pedaggio, per il passo delle mura della città. L’articolo 18 del Codice imponeva ad ogni Podestà di far fare con pietra e calce mista di sabbia un grado di muro che fosse alto 26 palmi, oltre l’antipetto, il quale doveva misurare 4 palmi.
I merli dovevano avere 4 palmi di altezza e 240 di lunghezza. La pietra doveva scavarsi all’intorno, in modo da formarsi di porta in porta il fossato. Dallo stesso Codice risulta, che molte multe inflitte ai contravventori erano destinate esclusivamente per le mura. La tassa annua che esigeva il Comune per quest’oggetto era di lire 700; cioè lire 500 dai Sassaresi, e lire 200 dagli uomini di Romagna.
Come si è veduto, le mura in quel tempo dovevano essere basse, ed era vietato a chicchessia di scalarle. Non si poteva entrare in città che dalle sole Porte.